TRIBUNALI: Sindaci e avvocati uniti per salvare il tribunale (Il Centro)

IL CENTRO

Sindaci e avvocati uniti per salvare il tribunale
C’è chi propone di creare un comitato operativo, chi l’accorpamento con Vasto Il presidente dell’Ordine forense: «La politica deve intervenire entro l’autunno»

LANCIANO. Il 31 dicembre 2018 il tribunale chiuderà i battenti. Lo prevede la legge. Ma entro quella data la politica può proporre una soluzione per salvare il presidio di giustizia che abbraccia ben 41 Comuni e la zona industriale più grande del centro-sud. Su come salvare il tribunale di Lanciano a rischio chiusura si è discusso nell’assemblea tra magistrati, avvocati, sindaci (Fossacesia, Castel Frentano, Palombaro, Treglio, Casoli, Santa Maria Imbaro, Roccascalegna) e candidati sindaci di Lanciano, Mario Pupillo, Errico D’Amico e Tonia Paolucci. Non sono mancati i toni accesi. A parlare per prima è Silvana Vassalli, presidente dell’Ordine degli avvocati, presente nella riunione al Ministero, dove si è fatto il punto sulla situazione della giustizia in Abruzzo e sulla chiusura dei tribunali. «Una cosa è emersa da Roma: la politica, i parlamentari a livello nazionale e i sindaci a livello locale, possono cambiare la legge che chiude il nostro presidio e salvare un tribunale che lavora, dà risposte e sicurezza a migliaia di cittadini. Ci sono due tribunali a Chieti e Pescara a distanza di 10 chilometri, mentre tutta la zona a sud dell’Abruzzo viene dimenticata, forse perché non ha parlamentari che contano. Dov’è l’efficienza e il risparmio, se i cittadini per un certificato devono percorrere chilometri e ore in auto?». Lanciano dovrebbe accorparsi a Chieti. «Ma Chieti non è pronta ad accogliere noi, Vasto e Ortona», precisa Vassalli, «è logico che la politica teatina voglia inglobare gli altri presidi, ma concretamente non è in grado di farlo. Il presidente del tribunale di Chieti a Roma ha detto che era tutto pronto: sfido chiunque a dimostrare che sia così. Servono soldi per l’adeguamento e di conseguenza una proroga per i lavori. Nel frattempo bisogna lavorare sull’accorpamento di Lanciano e Vasto perché c’è la possibilità di salvare due presidi, uno nella Valle Peligna e uno nella nostra zona. I tempi stringono: voi politici dovete trovare una soluzione prima dell’autunno». Cosa fare allora? «Istituire subito un tavolo di coordinamento, un comitato operativo che difenda questo territorio», propone Massimiliano Berghella, sindaco di Treglio, «il problema non sono i sindaci, ma la politica nazionale sorda e non democraticamente eletta da alcun cittadino. Noi sindaci siamo pronti a rimboccarci le maniche e a lavorare tutti assieme in un comitato che comprenda anche gli avvocati, per trovare una soluzione condivisa». «La soluzione è l’accorpamento con Vasto», interviene Pupillo, «proposta del 2011 che ha dietro un lungo studio: prevede che alla sede di via Fiume si aggiunga Palazzo degli Studi, concesso gratuitamente dal Comune per accogliere anche gli uffici vastesi con un risparmio di 250mila euro annue. A Vasto resterebbe un presidio di giustizia con gli uffici della Procura, polizia giudiziaria e altri servizi». Ma la proposta è stata rifiutata da Vasto che non si è presentato agli incontri organizzati per discuterne. «La lotta deve essere verso Chieti-Pescara», dice Tonia Paolucci, «che hanno due tribunali in pochi chilometri. Questa legge è l’ennesima spoliazione del territorio e danneggia i cittadini. È giusto collaborare con Vasto per un’azione sinergica». Teresa Di Rocco

Foto del profilo di Andrea Gentile

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