RIFORMA GIUSTIZIA: Renzi rinvia la riforma «Non mi metto contro i magistrati» (Libero)

LIBERO

LA CAMPAGNA La macchina per il voto del 4 dicembre è già in moto. Il collaboratore americano del consulente di Obama preparerà i militanti al «porta a porta»
Renzi rinvia la riforma «Non mi metto contro i magistrati»
L`esame del nuovo codice penale slitta alla prossima settimana e il premier esclude la fiducia: teme l`asse grillini-minoranza dem a poche settimane dal referendum

La riforma del codice penale, all`esame del Senato, slitta alla prossima settimana. E forse tornerà in commissione per rimanerci fino a dopo il referendum. Ma quel che più conta è che, come ha detto ieri Matteo Renzi a Rtl, è «tendenzialmente escluso» il ricorso alla fiducia. Due mosse – il rinvio e l`intenzione di non ricorrere alla fiducia – che sembrano un`inusuale, per il premier, mano tesa ai magistrati. Lettura che lui stesso suggerisce, quando spiega che «prima di mettere la fiducia» su misure che «il capo dei giudici,
il dottor Davigo», ha definito «dannose e inutili, ci penso due o tre volte».
Il vero problema è che il compromesso raggiunto non piace a centristi, ai verdiniani e persino a molti renziani, per i quali è troppo sbilanciato a
favore delle toghe (allunga i tempi della prescrizione). Ma non piace nemmeno ai “giustizialisti” del Pd, che non condividono la stretta sulle intercettazioni. Motivo per cui proprio il ministro Andrea Orlando,
ieri sul Corriere della Sera, parlava di «numeri risicati» e, invece, apriva alla fiducia. Strumento che il consiglio dei ministri di martedì ha autorizzato.
Ma Renzi non vuole utilizzarlo. Per due ragioni. La prima è che teme un trappolone. Cioè che la sinistra Pd, in accordo con i grillini, provi a
far cadere il governo o a «tenerlo in ostaggio». Se accadesse e pergiunta a poche settimane dal referendum costituzionale, sarebbe un pasticcio. La
seconda è più di immagine: mettere la fiducia su una materia delicata come la giustizia proprio in piena campagna referendaria, con i comitati del
no che lo accusano di aver fatto una riforma costituzionale
poco democratica, non sarebbe il massimo. Solo che senza la fiducia, il testo rischia perché ci sono almeno 170 voti segreti. Ma è il male minore: se il governo andrà sotto su un emendamento, la riforma torna in commissione e se ne riparla dopo il referendum. Renzi ora vuole concentrarsi sul referendum. La macchina organizzativa` si è messa in moto. I manifesti cominciano a vedersi e a giorni partiranno gli spot televisivi. Ma si punta
molto anche sul tradizionale “porta a porta”: Jim Messina, il consulente di Obama arruolato da Renzi, ha spiegato che può motivare ben i115% dell`elettorato, di cui tra i13 e il 6% con un cambio di orientamento.
Ma per farlo occorrono persone istruite a dovere. Per questo domani David Hunter, il braccio destro di Messina rimasto fisso a Roma, farà un seminario
a Firenze per formare i primi volontari. E la formula sarà replicata in tutta Italia. Cosa in ogni caso non facile, perché, si ammette tra i dem,
manca la «macchina del partito». L`altro lavoro sottotraccia è quello sulle associazioni di categoria. «Dobbiamo raggiungere le persone dove lavorano»,
si spiega. Per questo si cerca di organizzare incontri con avvocati, notai, medici. E via per ogni professione. Non a caso oggi Renzi, prima di andare
in serata all`Obihall di Firenze, interverrà alla «Giornata nazionale dell`extravergine italiano» della Coldiretti. ELISA CALESSI

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile