ITALIA OGGI

Professionisti non ordinistici, boom in un quinquennio

Boom dei professionisti non ordinistici. Negli ultimi cinque anni sono cresciuti infatti di quasi il 49% producendo un aumento di reddito di oltre il 15%. Per contro, il reddito pro capite dei non ordinistici è calato del 22% tra il 2008 e il 2014, a causa proprio dell’incremento della numerosità di questa forma occupazionale che ha determinato un aumento della pressione concorrenziale e un abbattimento dei prezzi delle prestazioni professionali. È il quadro che emerge dall’indagine realizzata dall’Ufficio studi Confcommercio dal titolo «Riavviare la crescita: il ruolo delle professioni nel terziario di mercato», presentata ieri nel corso del convegno «Il ruolo delle professioni nel terziario». In particolare, tutte le componenti dell’occupazione hanno evidenziato una contrazione tra il 2008 e il 2014, con oltre 800 mila posti di lavoro persi, di cui oltre 430 mila tra i dipendenti e quasi 380 mila tra gli indipendenti. Per contro, i liberi professionisti sono cresciuti di quasi 130 mila unità, con però l’85% della crescita dei professionisti ascrivibile ai non ordinistici, aumentati di 111 mila unità. Nell’ambito del reddito, la componente degli ordinistici è stata penalizzata dalla crisi, mentre i non ordinistici hanno visto un aumento di quasi il 16%. Quanto al reddito individuale, invece, dall’indagine emerge che nel 2014 è stato pari a poco più di 16.600 euro, circa un terzo di quello dei professionisti ordinistici. Durante il convegno, poi, è stato presentato il manifesto per la competitività dei professionisti nell’economia dei servizi, che riassume i dieci punti qualificanti e i valori alla base dell’attività di Confcommercio Professioni, il cui presidente, Carlo Sangalli, ha sottolineato come «occorra creare un contesto favorevole che consenta a tutti i lavoratori autonomi, alle partite Iva, lo svolgimento senza ostacoli delle proprie attività professionali». Gabriele Ventura