PROFESSIONI: Ingegneri e architetti, redditi ai livelli del 1982 (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Il congresso di Palermo. I dati Inarcassa tra il 2007 e il 2014
Ingegneri e architetti, redditi ai livelli del 1982

I redditi di architetti e ingegneri liberi professionisti sono tornati, in termini reali, ai livelli di inizio anni ’80. La media complessiva è di poco inferiore ai 25mila euro: per gli architetti è di circa 18mila euro, mentre gli ingegneri viaggiano intorno a quota 30mila.
Sono numeri elaborati da Inarcassa, presentati ieri dal presidente dell’ente Giuseppe Santoro al Congresso nazionale degli ingegneri (Cni), che oggi si chiude a Palermo. E che sono l’effetto dell’abbassamento del reddito complessivo delle due categorie e dell’aumento esponenziale del numero di professionisti presenti sul mercato.
Il totale dei redditi di ingegneri e architetti liberi professionisti ha registrato, infatti, tra il 2007 e il 2014 una contrazione in termini reali di oltre il 22 per cento.
Questo effetto è combinato all’aumento della popolazione dei liberi professionisti, che ha superato le 167mila unità, con un aumento del 21% negli ultimi sette anni e una media annua del 3 per cento.
Senza contare che queste tendenze, in prospettiva, sono destinate ad aggravarsi. Ha spiegato Santoro: «Al momento gli ingegneri e architetti iscritti agli albi professionali sono quasi 400mila e alla porta ci sono quasi 300mila iscritti ai corsi di laurea».
Il mix della riduzione del totale dei redditi e dell’aumento della popolazione ha portato un abbattimento consistente del reddito medio della categoria: in termini reali siamo tornati indietro di trent’anni, al 1982, quando gli iscritti alla Cassa erano circa 40mila, quattro volte meno di oggi. Osservando la curva degli ultimi anni, il reddito medio, che era salito fino a un massimo di quasi 39mila euro a inizio anni Novanta, è diminuito verso i 29mila euro del 1996, riuscendo in seguito a riportarsi sopra i 37mila euro nel 2004.
A partire dal 2008 è stata registrata una nuova discesa, che ha portato questo valore sotto i 25mila euro. Anche se c’è una notizia positiva: «Nei prossimi mesi raccoglieremo le dichiarazioni relative al 2015. Dai segnali che abbiamo, questo calo si è arrestato», ha detto il presidente.
A margine di questo, Santoro ha dedicato un passaggio anche al fondo Atlante. «Non abbiamo intenzione di investire in questo strumento. Lo dico chiaramente: non posso impiegare risparmio previdenziale in un veicolo così rischioso».
Per il resto, il sessantunesimo congresso è stato caratterizzato da un acceso dibattito sulla proposta del Cni di introdurre parametri di riferimento non obbligatori per le prestazioni private, che possano supplire in qualche modo alla mancanza di tariffe ed evitare casi come quello delle attestazioni di prestazione energetica, vendute a pochi euro su internet.
Sul punto, però, è arrivato lo stop del presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella: «Se pensiamo che la strada sia l’introduzione di un prezzo, anche non obbligatorio, stiamo sbagliando di molto, perché tutti finirebbero con il convergere su quel prezzo».
Bisogna, invece, guardare in altre direzioni: «Penso all’introduzione di incentivi, anche di carattere fiscale, perché i professionisti si rivolgano a settore più innovativi. Oppure, si potrebbe pensare a strumenti per evitare che vengano rese prestazioni sottocosto».
Di questo si discuterà in un tavolo congiunto tra Antitrust e Cni, che sarà aperto dopo l’estate. Giuseppe Latour

Foto del profilo di Andrea Gentile

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