PROFESSIONI: Il commercialista sarà di base (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

La proposta della Fnc illustrata ieri a Roma insieme al Report 2016 sulla professione
Il commercialista sarà di base
Competenze predefinite e compensi da parte dello stato

Assistenza contabile e fiscale pubblica a favore dei contribuenti minori. Un vero e proprio commercialista di base dotato di uno studio attrezzato e di una lista di possibili adempimenti predeterminata. Con compensi a carico dello stato e sanzioni in caso di violazioni di obblighi professionali.
Il tutto con possibili benefici per l’erario dovuti, in prima battuta, all’aumento del livello di compliance e all’aumento degli adempimenti spontanei soprattutto da parte di soggetti di dimensioni minori, esercenti attività di impresa o lavoro autonomo. Vantaggi a cui si andrà ad aggiungere, anche il risparmio in termini di risorse e ore lavoro che l’amministrazione finanziaria andrà a realizzare per effetto di minori controlli necessari. Questa la proposta avanzata, ieri, dalla Fondazione nazionale commercialisti presieduta da Giorgio Sganga, nel corso della tavola rotonda avente a oggetto il Report sulla professione 2016 e il progetto del commercialista di base, che si è svolta a Roma, alla quale hanno preso parte oltre al presidente della Fnc anche Gerardo Longobardi, presidente del Cndcec, Massimo Maria Amorosini, direttore generale Confapi, Giuseppe Roma, sociologo, Emma Ciccarelli, vicepresidente del forum delle Famiglie e Rosario Trefiletti, presidente della Federconsumatori.
Il commercialista di base. Imprenditori individuali in contabilità semplificata, professionisti, soggetti in regime fiscale di vantaggio e agricoltori. Questi i potenziali destinatari delle prestazioni del commercialista di base, per un totale di 3.659.515 unità che producono un gettito annuo (Irpef, Iva, Irap) compreso tra i 15 e i 20 mld a fronte di un onere per l’assistenza contabile e fiscale di base stimato circa 4 mld di euro. E il primo passo dovrebbe essere quello di dotarsi «di uno studio attrezzato, con predeterminati elementi minimi, individuati dai ministeri competenti, al quale sia stata rilasciata una apposita certificazione», ha spiegato il presidente Sganga illustrando l’ipotesi progettuale, «il professionista di base, inoltre, sarà tenuto a garantire nell’effettuazione di ciascun adempimento per conto del contribuente assistito, il rispetto di predeterminate check list, da tenere aggiornate in funzione dell’evoluzione normativa e individuate con apposito decreto, sulla falsariga di quanto previsto per la certificazione tributaria di cui all’art. 36 del dlgs 241/97. Il commercialista, inoltre», ha proseguito il numero uno della Fondazione, «sarà tenuto a eseguire gli adempimenti e i controlli e le attività indicate nella check list, assumendosene la responsabilità. In caso di violazione degli obblighi, poi, sarà prevista una sanzione tra un minimo e un massimo da definire». E, proprio alla luce delle responsabilità e della necessità di attrezzare lo studio secondo standard che saranno previsti dalla legge, per il commercialista di base dovrà essere ipotizzato un compenso a carico dello stato, differenziato a seconda degli adempimenti certificati dal professionista. «A tale proposito», ha concluso il presidente della Fondazione, «è importante sottolineare come tale compenso, pur comportando oneri per il bilancio dello stato, sia in grado di generare effetti positivi per il gettito erariale alla luce del miglioramento previsto in termini di compliance, di adempimenti spontanei e di risparmio in termini di ore lavoro a carico dell’amministrazione finanziaria».
Lo stato della professione. Meno giovani ma più iscritti all’albo e alle casse di previdenza. Questo il quadro delineato attraverso la presentazione del Report sulla professione 2016 avvenuto nel corso dell’incontro. Nel dettaglio, l’analisi condotta mostra come nel 2015 gli iscritti all’albo siano cresciuti dell’1%, mentre quelli alle casse di previdenza del 2,1%. Gli esercenti la professione under 40, invece, sono passati dal 21,2% al 17,6% a fronte, invece, dell’aumento sia della classe 41-60 anni, che è passata dal 64,3% al 65,9%, sia degli over 60 che hanno raggiunto la quota del 16,5%. Da un punto di vista territoriale, inoltre, è emerso come gli Ordini del Nord crescano a un ritmo doppio (+1,2%) rispetto a quelli del Sud (+0,6%). A risultare in calo, invece, sia i redditi dei professionisti, sia il numero di praticanti. Su quest’ultimo fronte, in particolare, la contrazione è risultata pari al 4% (-568 iscritti). Dal punto di vista dei redditi nominali, poi, la contrazione sul 2014 è stata dell’1,9%. Complessivamente, rispetto al 2007, il reddito medio dei Commercialisti si è ridotto del 4,2% in termini nominali e del 12,4% in termini reali e, secondo i dati delle dichiarazioni 2015 (anno d’imposta 2014) trasmessi dalla casse di previdenza, il reddito medio dei professionisti nel 2014 è stato pari a 57.340 euro, frutto della media del reddito degli iscritti alla Cnpr (48.811 in calo dell’1,1%) e degli iscritti alla Cnpadc (61.534 in calo dell’1,9%). Nel Report 2016, inoltre, presenti per la prima volta le statistiche relative agli esperti contabili che, al primo gennaio 2016, risultano essere 742 contro i 579 di un anno prima (+28,8%). Da un punto di vista territoriale, la crescita più elevata si è avuta al Sud +31,8% e quella minima al Nord +23,8%, mentre nel Centro gli esperti contabili sono aumentati del 30,4%. Voce a parte, poi, quella delle Società tra professionisti. Ad inizio 2016 le Stp sono risultate essere 282 rispetto alle 135 del 2015; l’aumento in valore assoluto è stato di 147, mentre il tasso di crescita è stato pari a 52,1%. Il 65% delle Stp, inoltre, risulta essere al Nord in particolare in Lombardia dove ci sono 82 stp, pari al 29% del totale.  Beatrice Migliorini 

Foto del profilo di Andrea Gentile

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