PROFESSIONI: Dimissioni ai consulenti (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

Il presidente Ancl Francesco Longobardi sul dlgs correttivo del Jobs act
Dimissioni ai consulenti
Grandi aspettative dalla stretta sui voucher

Lo schema del dlgs, recante disposizioni correttive al dlgs n.151/2015 (c.d. decreto semplificazioni), tra le altre cose, ha previsto che la procedura relativa alla presentazione telematica delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali possa avvenire anche per il tramite e con l’assistenza dei consulenti del lavoro e delle sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro.
Per la verità il ministero del lavoro aveva già chiarito che la procedura delle dimissioni telematiche fosse esplicabile anche presso le Dtl: la precisazione ministeriale viene ora trasferita nel testo di legge. Ma la grande novità è l’accreditamento dei Consulenti del lavoro (prima esclusi dal dlgs 151/2015) per la presentazione telematica delle dimissioni. A tal riguardo è stato sentito il presidente dell’Ancl Francesco Longobardi, protagonista decisivo di questa modifica legislativa.
Domanda: Presidente, un Suo primo commento al decreto correttivo del Jobs act varato dal Governo
Risposta: Direi decisamente positivo. Sono state recepite le richieste della categoria e del Sindacato Ancl di categoria relativamente alla necessaria stretta sui voucher, recepite le richieste di modifica in materia di cassa integrazione, e recepita la richiesta di modifica della procedura telematica per le dimissioni.
D. La stretta sui voucher le pare sufficiente?
R. La tracciabilità dei voucher così come delineata dal testo licenziato dal Cdm appare determinante per contrastare fenomeni di elusione, che a mio parere (e non solo) sono tutt’ora diffusissimi. Potremo vedere a breve gli effetti delle misure adottate semplicemente verificando le nuove rilevazioni sui voucher venduti. Se ci sarà un netto calo, sarà la conferma del precedente uso distorto dei buoni lavoro: se sarà così, non resterà che prendere atto dei danni arrecati nel tempo al mercato del lavoro nel suo complesso. Forse si poteva intervenire prima con un decreto specifico.
D. Quali altri aspetti ritiene rilevanti nel nuovo dlgs?
R. La possibilità di trasformare i contratti di solidarietà «difensivi» in contratti di solidarietà «espansivi», così da favorire l’incremento degli organici e l’inserimento di nuove e più aggiornate competenze, il miglioramento della Naspi riconosciuta ai lavoratori con qualifica di stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, la possibilità di autorizzare un ulteriore intervento di integrazione salariale straordinaria per le imprese operanti nelle c.d. aree di crisi complessa già individuate, come anche le nuove ipotesi di cassa integrazione per eventi non ascrivibili ai datori di lavoro – riteniamo che per «eventi oggettivamente non evitabili» debbano intendendosi tutti quelli non determinati da decisioni del datore di lavoro, compresi quelli legati all’andamento del mercato; sono decisamente misure necessarie e apprezzabili a supporto delle politiche del lavoro così come delineate dal Jobs act e le cui attuali modifiche sono state ampiamente e pubblicamente sostenute dall’Ancl. Rimane aperta la questione inerente il taglio drastico del cuneo fiscale, ma speriamo di trovare misure decise nella legge di Stabilità.
D. Presidente, quello che davvero vogliamo approfondire con Lei è la nuova inclusione dei Consulenti del Lavoro nella procedura telematica relativa alle dimissioni.
R. È stata una grande soddisfazione essere pervenuti a questo risultato. Ci abbiamo lavorato sodo e con convinzione, ma alla fine hanno prevalso le ragioni del Sindacato.
D. Ci racconti.
R. Sinceramente non avevo mai compreso il perché i Consulenti del lavoro che gestiscono milioni di rapporti di lavoro dalla loro origine sino al termine, fossero stati originariamente esclusi dalla procedura telematica. Era davvero un’assurdità doversi rivolgere a un soggetto terzo proprio nella fase delicata di risoluzione dei rapporti di lavoro. L’Ancl ha condotto una battaglia solitaria su questo aspetto, visto che nessun altro se ne è preoccupato, neanche le associazioni datoriali. In questa iniziativa l’Ancl e il sottoscritto ci hanno messo la faccia, con convinzione. Devo ringraziare in proposito i più stretti collaboratori, l’ufficio legale, i presidenti regionali Ancl, le Unioni provinciali Ancl, i colleghi che mi hanno affiancato in ogni sede a supporto dell’iniziativa, con le idee e proposto, nonché la Sen. Anna Maria Parente autorevole componente della Commissione lavoro del Senato. Non siamo andati in giro chiedendo l’abrogazione della normativa, ma semplicemente il suo miglioramento. La partecipazione di taluni parlamentari ai convegni e alle iniziative formative promosse dall’Ancl sulla questione, è stata la testimonianza dell’aver colto le istanze e di condividerle. Il risultato per l’Ancl e per i colleghi, mi sembra evidente e sotto gli occhi di tutti.
D. Si poteva fare di più?
R. Decisamente sì. È rimasta fuori dal decreto correttivo la delicata questione inerente il disinteressamento del lavoratore alle procedure delle dimissioni, il caso cioè di chi abbandoni il posto di lavoro senza formalizzare le sue dimissioni. Quella delle dimissioni per comportamento concludente rimane una questione aperta e decisiva per il buon funzionamento della riforma. Ritengo comunque che su quest’aspetto è doveroso insistere, e l’Ancl sarà come sempre in prima fila.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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