PROFESSIONI: Commercialisti pronti al voto (Italia Oggi)

ITALIA OGGI
Le richieste della categoria emerse nel corso dell’assemblea degli ordini territoriali
Commercialisti pronti al voto
Formazione, serve l’esenzione per chi non esercita l’attività

La stagione elettorale per i commercialisti sarà l’autunno: si terranno, infatti, il 1° dicembre le votazioni per il rinnovo del Consiglio nazionale. E, il mese precedente (il 3 e il 4 novembre) si svolgeranno le consultazioni negli ordini locali, già impegnati, nella stragrande maggioranza dei casi, a spegnere la fiamma dei «ricorsi alle autorità amministrative» (presentati da alcune sedi), per garantire il sereno svolgimento della competizione. È stato il presidente della categoria, Gerardo Longobardi, ad annunciare, ieri a Roma durante l’assemblea degli ordini territoriali (occasione per fare il punto su traguardi raggiunti e proposte legislative sottoposte al governo e ancora in fase di stallo, sia sulle semplificazioni fiscali, sia sul restyling della giustizia tributaria), le date del voto, approvate dal ministero della giustizia. Nel contempo, i professionisti hanno recentemente bussato alla porta del dicastero di via Arenula, pure per accendere nuovamente i riflettori sulla richiesta di modifica al regolamento riguardo alla formazione: «Abbiamo spiegato i motivi per i quali insistiamo sull’esenzione dall’obbligo per i non esercenti l’attività e per gli iscritti alla sezione speciale» (coloro che al momento «incompatibili», svolgendo altra funzione, si veda anche ItaliaOggi del primo giugno 2016», ha riferito il consigliere nazionale Massimo Miani, «mantenendo, invece, una riduzione per gli iscritti con oltre 65 anni. Mi è sembrato di percepire un’apertura», però «ci è stato detto: diamo priorità al capitolo delle elezioni». E così si è arrivati a stabilire delle date. Intanto, ha aggiunto, «è importante indirizzare gli iscritti sulla strada delle Scuole di alta formazione (Saf). Ne sono state istituite 13 su 14, perché la Sicilia non è ancora riuscita a trovare la quadra, penso che ci riuscirà con i rinnovi degli ordini», nei prossimi mesi. A giudizio di Miani, «è possibile che tutte e 13 partano entro l’anno», visto che il consiglio nazionale «ha già approvato i piani formativi di 5 Saf». Quanto alle materie trattate, «un coordinamento impedisce duplicazioni» e l’obiettivo è «arrivare ad una piena specializzazione» per i commercialisti. Tornando al fronte delle votazioni, un orientamento netto per soffocare le manovre di poche sedi territoriali (interessate dalla revisione delle geografia giudiziaria) che hanno scelto di presentare ricorsi alle autorità amministrative, per ostacolare l’iter, è stato messo nero su bianco da un centinaio di ordini, fra cui quello di Napoli, con il presidente Vincenzo Moretta che si è fatto portavoce di un appello accorato, affinché quegli atti vengano messi da parte. E coloro che li hanno promossi vogliano, si legge nella mozione in cui sono elencate tutte le sedi che stanno rivestendo il ruolo del «pompiere» (numerosi ordini di città capoluogo e di grosse dimensioni, nella Penisola, come Torino, Milano, Palermo, ma anche organismi «minori» come Larino in Molise e Vallo della Lucania in Campania) riconsiderare le iniziative assunte, e possano «riflettere sull’opportunità di richiedere eventuali ulteriori interventi all’autorità amministrativa, che possano interrompere il libero processo elettorale in corso, arrecando, di conseguenza, gravi pregiudizi a tutti i commercialisti italiani». L’assemblea è servita a Longobardi per sollecitare pubblicamente il viceministro dell’economia Luigi Casero a tener fede a quanto detto dal numero due del dicastero di via XX Settembre ai commercialisti, nell’incontro tenutosi a inizio maggio, a Roma, nella sede del consiglio nazionale della categoria: oltre alla richiesta di eliminazione degli studi di settore per i professionisti, l’elenco di richieste comprendeva, fra l’altro, la proroga automatica dei termini per la presentazione di dichiarazioni e comunicazioni fiscali e per il versamento dei tributi di competenza dello stato e degli enti locali, nel caso in cui si verifichino ritardi nella pubblicazione dei provvedimenti attuativi, o del «software» applicativo necessario per effettuare gli adempimenti. Pollice verso, poi, nei confronti della proposta di legge delega a firma del responsabile giustizia del Pd David Ermini per riformare la magistratura tributaria: il testo, secondo i commercialisti, presenta «evidenti profili di incostituzionalità» a causa della soppressione della cosiddetta «quarta giurisdizione» del nostro ordinamento mediante legge ordinaria, e non con legge costituzionale, nonché per «la prevista abolizione del grado di appello, a differenza di quello che avviene per tutte le altre cause civili». Fra i rilievi su cui Longobardi si è soffermato dinanzi agli esponenti della categoria, infine, l’aver disposto, all’interno del provvedimento, che le sezioni specializzate di primo grado debbano operare «in composizione monocratica». Ciò non è condivisibile, ha concluso il presidente, «in ragione dell’elevata complessità delle controversie tributarie, spesso indipendenti dal loro valore, in cui devono trovare componimento competenze giuridiche e competenze economico-aziendalistiche». Simona D’Alessio 

Foto del profilo di Andrea Gentile

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