IL FATTO QUOTIDIANO

Il procuratore scrive a Orlando
“A Bari giustizia impossibile”

sab. 7 – Se il ministro Orlando venisse a trovarci, si accorgerebbe che, in
tale stato, non possiamo assicurare ai cittadini i servizi che una procura dovrebbe garantire. Soprattutto in un territorio interessato dal fenomeno mafioso”.
Non c`è solo un ennesimo riferimento alla carenza di organico nella lettera inviata dal procuratore di Bari Giuseppe Volpe al guardasigilli; nella missiva c`è un preciso invito al ministro, affinché si rechi nel capoluogo pugliese per constatare in quali condizioni lavorano gli inquirenti. “Si accumulano ritardi – scrive la toga – anche per le numerose e prolungate assenze del personale che, avanti negli anni, accusa spesso malattie. La necessità di operare tagli dei
servizi ci impone l`assunzione di una precisa responsabilità, alla quale
non intende sottrarsi”.
A nulla, come emerge dalle rimostranze di Volpe, sono servite le nuove
leggi tese a deflazionare il contenzioso per alleggerire i carichi di lavoro.
“L`incidenza di quelle riforme è stata pressoché nulla – si legge ancora nella lettera-. L`improcedibilità per la particolare tenuità del fatto, così com`è,
si è tradotta in un aggravio delle incombenze; la depenalizzazione, inoltre,
ha effetti limitatissimi sui reati del codice penale, e dovendosi selezionare le
urgenze, certamente ogni energia dovrà essere concentrata nelle indagini”.
Assicurare l`efficienza del lavoro dei magistrati, ricorda il procuratore, è necessario soprattutto per fronteggiare le mafie che ancora agiscono nel territorio pugliese: “Non devo elencare il numero incredibilmente
alto dei clan che operano a Bari e provincia e degli omicidi consumati
e tentati, irrisolti, commessi a Foggia e provincia negli ultimi decenni (circa duecentoquaranta).
È imprescindibile assicurare alla giustizia feroci e sanguinari criminali,
che vessano anche i cittadini comuni, soprattutto imprenditori, con pressanti richieste estorsive e conseguente intimidazione della popolazione”. ROB. ROT.