PROCESSO CIVILE: Giustizia, i processi civili durano meno (Il Messaggero)

IL MESSAGGERO

Giustizia, i processi civili durano meno
Un anno per le sentenze di primo grado, passano da 547 a 367 i giorni necessari per ottenere il pronunciamento di un giudice
Il guardasigilli: «L`arretrato è sceso sotto i 4 milioni, siamo
allo stesso livello della Francia, ed eravamo il fanalino di coda»

I NUMERI
ROMA. Un anno di media – per l`esattezza 367 giorni – per definire in primo grado un procedimento civile. Circa 180 giorni in meno a quanto avvenisse in passato. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando illustra i risultati raggiunti e spiega: «Quando, due anni fa, nel definire i 12 punti della riforma della giustizia con il presidente del Consiglio, abbiamo indicato questo obiettivo, ci sembrava compatibile: non abbiamo detto una cifra a caso». Il dato risulta da uno studio sui tempi medi e l`arretrato effettuato dagli uffici di via Arenula per il primo quadrimestre 2016 e su campione rappresentativo di 40 tribunali, Roma e Napoli compresi, ed è contenuto in un fascicolo del ministero denominato “La cura delle riforme funziona”. «Non ci illudiamo – aggiunge Orlando – di aver risolto tutto, c`è ancora da fare, ma il mix di interventi organizzativi, di informatizzazione, le risorse, stanno dando risultati».
I dati emergono anche sull`arretrato, che da 5,9 milioni di cause del 2009 è sceso a 4,4 milioni nel 2015 e le proiezioni danno il 2016 sotto quota 4 milioni. «Sono cifre che ci mettono allo stesso livello della Francia, ed eravamo il fanalino di coda», afferma ancora il Guardasigilli. E fa notare: «La
maggior parte dei tribunali ha diminuito lo stock di arretrato ultratriennale,
quello per cui lo Stato deve pagare gli oneri legati alla legge Pinto sulla giusta durata dei processi: nel 2015 il calo è stato del 7% rispetto al 2014; quest`anno è sceso del 14%, il doppio, Sapete tutti – sottolinea – che la giustizia civile rappresenta un settore strategico per il nostro Paese, con una incidenza dell`1% del Pil, un settore che in passato ha penalizzato la
capacità di attrarre gli investimenti in Italia. Il governo se ne è occupato con un`attenzione particolare, e la cura, che non è ancora giunta alla sua fase conclusiva, sta dando buoni risultati».
L`ARRETRATO
Il “taglio” dell`arretrato è stato tra l`altro affrontato, in molti casi,
partendo dalle sentenze più vecchie che rischiavano di pesare sui tempi medi complessivi di risoluzione delle controversie. I tempi medi sono scesi negli ultimi tre anni dai 547 giorni del 2013 (dato analogo nel 2012) a 487 l`anno successivo, 427 l`anno scorso e 367 quest`anno. Altri risultati sono attesi
dalle riforme ancora in esame, come quella dell`appello. Intanto, la riduzione dei tempi per una sentenza di primo grado si avverte anche nel nuovo tribunale delle imprese, una corte specializzata nelle controversie commerciali attiva ormai in molti distretti: nei primi tre anni di vita si è avuto l`80% di definizioni del primo grado in un anno e i 4/5 delle sentenze di primo grado confermate in appello.
Le competenze del tribunale delle imprese, tra l`altro, saranno allargate, comprendendo anche le procedure fallimentari.
GLI INVESTIMENTI
Nel triennio 2015-2017 sono stati stanziati 1 miliardo e 657 milioni di risorse aggiuntive, tra queste 77 milioni per l`assunzione di mille magistrati, 364 per smaltire il debito della legge Pinto, 150 milioni (nel 2015) per l`informatizzazione, 10 milioni per gli incentivi fiscali destinati a potenziare le forme alternative di risoluzione, come negoziazione e mediazione. Le risorse umane, invece, tra il 2015 e 2016 saranno potenziate con 2.500 nuove unità. Cristiana Mangani

Foto del profilo di Andrea Gentile

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