PREVIDENZA: Casse, meno vincoli sulle rivalutazioni (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Professioni. Gli enti frutto della riforma del decreto legislativo 103/1996 si confrontano sulle prospettive e la tenuta del sistema

Casse, meno vincoli sulle rivalutazioni

L’aggancio al Pil penalizza i soggetti virtuosi – In crescita le richieste di welfare

Avvicinare sempre più le Casse ai bisogni degli iscritti che da una parte sono previdenziale ma, dall’altra, sempre più di welfare. Specie per le Casse giovani e che, proprio per questo, vedono l’erogazione d egli assegni pensionistici come un fatto ancora relativamente modesto dal punto di vista dei numeri e che parallelamente intravedono nei “bisogni” di welfare qualcosa di immediatamente percepibile e a cui dare risposta. E proprio per indicare le traiettorie di sviluppo del sistema delle Casse – in particolare quelle cosiddette “103”, cioè istituite con il Dlgs 103/1996, vale a dire Enpab (biologi), Epap (pluricategoriale), Eppi (periti industriali), Enpap (psicologi) e Enpapi (professioni infermieristiche) che insieme fanno 3,6 miliardi di patrimonio – si tiene oggi a Roma un incontro sul tema «Vent’anni di previdenza privata». L’obiettivo è quello di verificare l’andamento degli enti e dimostrare come anche le “piccole” Casse possano avere spazio, specie se improntate al regime contributivo e gestite in maniera oculata. Il “pianeta” Casse “103” vede iscritti (dati al 31 dicembre 2015) 160.238 soggetti, riuscendo così a triplicare il numero dei propri aderenti che a fine 1999 erano poco più di 51mila. Sul fronte previdenziale si registrano ad oggi 11.383 assegni pensionistici erogati per una spesa annua di 25,3 milioni. E se, ovviamente, i costi per le prestazioni erogate aumentano, il sistema “Casse 103” ha continuato ad accumulare risorse con un saldo sempre positivo e che nel 2015 ha raggiunto i 290,3 milioni, contro i 124,2 milioni del 2001. Con assegni medi ancora molto modesti che si fermano a sotto i 2.225 euro annui. Ma resta sul fronte del welfare che le “Casse 103” giocano la loro “nuova” partita. La misura dell’impegno sostenuto dalle Casse per i propri iscritti nell’anno 2015 ci rende un dato pari a 57,6 milioni di euro per quasi 121mila prestazioni di welfare complessive, in forma di contributi monetari o servizi. Primariamente si è sostenuto il reddito dei professionisti, con una spesa di 33,9 milioni. «Si tratta di un compito diventato essenziale per noi – spiega Mario Schiavon, presidente di Enpapi – specie dopo il Jobs act. E il lavoro sul welfare renderà inevitabile una collaborazione tra gli enti proprio sui servizi. Peraltro, l’ente è consapevole delle gravi difficoltà in cui versano i giovani professionisti e il supporto viene offerto sotto il profilo contributivo, attraverso riduzioni del minimo soggettivo per i professionisti con età inferiore ai trenta anni e per i primi quattro anni di iscrizione per coloro che esercitino con partita Iva e sotto il profilo degli interventi assistenziali, attraverso contributi per l’avvio dell’attività professionale».

Anche per Felice Damiano Torricelli, presidente di Enpap, «occorre poter liberamente sostenere le professioni in un momento di forte calo di redditività anche sotto il profilo della formazione e dei bonus di studio. In particolare noi sosteniamo la pratica dei social impact bond, investimenti privati in interventi sociali il cui dividendo, pubblico, scaturisce dai risparmi di spesa che gli interventi riescono a generare».

Sullo sfondo delle attività e delle potenzialità delle casse resta, naturalmente, il problema della pressione fiscale “tripla” visto che all’imposizione sui rendimenti (26%) si somma quella sulle pensioni pagate agli iscritti a cui si aggiunge la spending rewiev i cui importi, di fatto risparmi realizzati nella gestione delle casse, vanno a vantaggio dei conti pubblici e non di quelli degli enti. «Una situazione insostenibile – spiega Valerio Bignami, presidente di Eppi – che si somma alla difficoltà dei rapporti con i ministeri. Noi abbiamo delibere che attendono da oltre un anno ferme ai ministeri e questo è un vero controsenso se si pensa alla rapidità con cui si muove il mondo». Di «necessità di maturare idee programmatiche anche rispetto ai dibattiti parlamentari e tra gli enti previdenziali che riguarderanno la previdenza e l’assistenza dei professionisti» si fa portavoce anche Stefano Poeta, presidente di Epap, l’ente pluricategoriale tra agronomi, attuari, chimici e geologi.
Ma anche le “Casse 103” possono fare qualcosa per rendere più efficiente la loro gestione, ad esempio alleandosi sul fronte dei servizi proprio perché, e l’idea è condivisa da tutti i vertici delle Casse, le economie di scala sono diventate una necessità. Così come è unanime la richiesta di poter riconoscere negli assegni pensionistici rendimenti che vadano oltre la dinamica del Pil, stante il fatto che gli investimenti effettuati hanno condotto a rendimenti decisamente migliori dell’indice obbligatorio. Sulla necessità di sostenere l’accesso al lavoro insiste anche Tiziana Stallone che guida l’Enpab. «Il nostro obiettivo è quello di dare visibilità al lavoro dei biologi e di renderne sempre più note le possibilità di impiego in moltissimi campi dall’alimentazione all’ambiente, perché è chiaro che più si produce reddito più la Cassa aumenta le possibilità di intervento; e in questo senso conduciamo un lotta serrata all’emersione del “nero” che, in primo luogo, vuol dire legalità oggi e pensione maggiore domani. Ad ogni modo noi siamo molto attenti anche alla progettazione europea e ai fondi comunitari che è possibile intercettare per il mondo delle professioni e, in particolare, per i biologi». Giorgio Costa

Foto del profilo di Andrea Gentile

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