PREVIDENZA: Casse ancora senza regolamento (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Il fronte investimenti. La Covip evidenzia il ritardo delle disposizioni a cui gli enti hanno sopperito con le best practice
Casse ancora senza regolamento

Sab. 2 – Prima il decreto sul credito di imposta per incentivare gli investimenti nell’economia reale, poi l’entrata nel capitale di Banca d’Italia, ora l’ipotesi di partecipare anche al Fondo Atlante per il sostegno alle banche (si veda il Sole 24 Ore di ieri). L’attenzione verso le potenzialità delle Casse di previdenza in termini di investimenti (a fronte di un patrimonio complessivo che sfiora i 72 miliardi di euro) è cresciuta nel recente passato.Ma a fronte di questo interesse, come ha sottolineato David Solobrino responsabile della Covip per la vigilanza sulle Casse intervenendo alla tavola rotonda dedicata alla gestione del risparmio previdenziale nella seconda giornata del Festival del lavoro, non è ancora diventato operativo il regolamento sugli investimenti finanziari previsto dal decreto legge 98/2011 e che dopo una lunga gestazione ha ricevuto il via libera dal Consiglio di Stato il 24 febbraio di quest’anno.
Tuttavia, anche se il quadro regolatorio non è completo, gli enti di previdenza dei professionisti hanno migliorato le loro modalità di gestione del patrimonio. «Molti in questi anni – ha affermato Solombrino – si sono mossi in un percorso di autoregolamentazione, mutuando le best practice di settore».
Quanto al coinvolgimento delle Casse negli investimenti in economia reale, la Covip ha già evidenziato in passato che questa tipologia di scelte è ampiamente presente nei portafogli degli enti tramite gli investimenti immobiliari e nei fondi chiusi, in percentuale superiore ai soggetti che operano nella previdenza complementare. In effetti nel rapporto della commissione di vigilanza,pubblicato il 9 febbraio di quest’anno, si legge che per nove enti la quota di componente immobiliare supera il 30% del totale, che è la soglia massima da rispettare prevista nel regolamento di cui si attende l’attuazione.
Anche se si tratta di economia reale, Solombrino ha comunque sottolineato il requisito di una totale trasparenza del prodotto, sia per quanto riguarda gli asset sottostanti che per i costi, e la necessità di avere o di affidarsi a competenze in grado di analizzare questi investimenti e il rispetto dei processi di valutazione che ogni cassa si è data.
Perplessità sugli inviti a investire in questa o quella direzione sono state espresse da Davide Squarzoni, direttore generale Prometeia advisor sim: «Operazioni come il Fondo Atlante sono definiti soluzioni di sistema, io li ho sempre chiamati vincoli di portafoglio, cioè qualcuno ti impone di fare qualcosa».
Nessuna preclusione a priori a questi ulteriori investimenti da parte della Cassa di previdenza dei consulenti del lavoro, però, «ci dovrebbero dire se siamo pubblici o privati una volta per tutte – ha affermato il presidente Alessandro Visparelli – Se sono pubblico non posso investire nel Fondo, se sono privato ho un procedimento da seguire una valutazione da fare e i nostri advisor ci diranno quali sono le caratteristiche di questa scelta come per qualsiasi altro prodotto. Se invece ci viene detto di fare un investimento di carattere politico, sarà necessaria una copertura politica, per non venir chiamati in causa un domani per eccesso di rischio».
E giovedì Alberto Oliveti, presidente dell’Adepp, l’associazione delle casse di previdenza private, aveva affermato che prima si devono vedere le condizioni, ricordando che l’imperativo dei fondi è quello della prudenza, perché devono garantire le pensioni. M.Pri.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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