PREVIDENZA: Ai biologi piace la libera professione. E la nutrizione (Italia Oggi)

ITALIA OGGI
Ai biologi piace la libera professione. E la nutrizione
Sab. 24 – Il biologo di oggi abbraccia (a piene mani) la libera professione: a svolgerla, infatti, «l’86%» dei 14.354 iscritti all’Ente previdenziale di categoria (Enpab). E se, ormai, è sempre più alta la quota di coloro che hanno scelto la sfera della nutrizione (oltre 4 su 10 lavoratori autonomi), sono assai più contenuti i loro guadagni: in media 8.346 euro annui nel 2015, mentre chi si impegna, ad esempio, nel campo farmaceutico, oltrepassa i 29 mila euro. È uno scenario di grande cambiamento quello che emerge dalla terza indagine sulla professione, i cui dati sono stati forniti in esclusiva a ItaliaOggi, prima di essere illustrati oggi, durante il congresso della Cassa pensionistica, alla Reggia di Caserta; si tratta, ha fatto sapere il centro studi dell’Enpab, che ha curato l’indagine, di un’immagine che descrive perfettamente la realtà della categoria, visto che le informazioni sono frutto della compilazione di un modulo, cui hanno risposto tutti gli associati. Le cifre rivelano, dunque, che è residuale la quota di iscritti titolari, o soci di un laboratorio di analisi (14%), dei quali «l’1,70% è dedito agli alimenti, lo 0,50% all’ambiente, l’8,50% alla clinica, lo 0,70% alla genetica e il 2,60% ad altri aspetti» dell’attività; per questa fetta di biologi, le entrate maggiori sono quelle di chi opera in campo ambientale (29.441 euro), per chi agisce nel comparto alimentare e chimico si superano i 21 mila, mentre laddove si effettuano esami riguardanti la genetica la media dei redditi è di 18.117 euro. La stragrande maggioranza dei professionisti, come già accennato, si è diretta verso l’esercizio indipendente dell’attività: nell’86% complessivo di autonomi non passa inosservato «il 41% dei nutrizionisti», seguito da un 17% di persone attive in diversi settori, poi vi è il 13% di biologi patologi in strutture private, il 6% di lavoratori nell’area ambientale, il 4% di patologi in strutture pubbliche, il 3% di genetisti, mentre soltanto l’1% impiega le proprie competenze nel comparto farmaceutico, e lo 0,50% è dedito alla cosmesi. Chi si occupa di nutrizione, tuttavia, è «fanalino di coda» sul fronte delle entrate rispetto a tutti gli altri colleghi che non scendono sotto i 19.628 euro. Gli esiti dell’indagine saranno il punto di partenza dei dibattiti congressuali, incentrati sul welfare attivo per sostenere gli iscritti e a quello passivo per aiutare chi è in stato di bisogno. Quel che occorre, secondo la presidente dell’Enpab Tiziana Stallone, è «individuare le iniziative concrete per promuovere una professione che evolve». S. D’Alessio

Foto del profilo di Andrea Gentile

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