PRESCRIZIONE: Giustizia, il premier guarda a destra: prescrizione addio (Il Fatto Quotidiano)

IL FATTO QUOTIDIANO

Giustizia, il premier guarda a destra: prescrizione addio
IL FRONTE Le nuove norme finiranno nel dimenticatoio. Non ci sono
i numeri: manca l`accordo con gli alleati di governo, Ala e Ncd

La riforma della prescrizione si avvia a essere rimandata alla prossima legislatura, quella delle intercettazioni, invece va avanti. Il giorno dopo l`attacco a “25 anni di barbarie giustizialista” di Matteo Renzi nell`aula del Senato, che in un colpo solo ha preso le distanze da Mani Pulite
e riabilitato Berlusconi, la direzione di marcia in materia di giustizia sembra chiara. Non ci sono prese di posizione ufficiali. Ma l`osservazione dei fatti: “Visto che abbiamo non vinto le elezioni del 2013, la prescrizione dovremmo
farla con Ncd e Verdini. Invece, dobbiamo vincere bene il referendum e poi
le elezioni, e allora sì che potremmo attuare il progetto del Pd in materia “, spiega il responsabile Giustizia dem, David Ermini. Insomma, i numeri non ci sono. E le intercettazioni? “Si va avanti”. I testi, che riguardano sia intercettazioni e prescrizione che processo penale, sono in commissione Giustizia al Senato. Oggi finisce la discussione generale, poi i relatori, Cucca e Casson, dovranno predisporre un testo unificato, su cui poi si vota. E a quel punto, l`iter delle diverse misure con ogni probabilità si separerà.
IN TEMA DI GIUSTIZIA, il governo Renzi guarda a destra. Non a caso, martedì in Senato hanno applaudito gli stessi forzisti che stavano presentando
la sfiducia al governo. Il premier vorrebbe al più presto fare una legge sulle intercettazioni che eviti la pubblicazione di notizie “penalmente irrilevanti”, per evitare altre “ondate” sui giornali come quella dell`inchiesta di
Potenza. Ma in realtà non riuscirà ad avere quest`arma, prima di mesi e mesi. Il Senato deve approvarla, deve tornare alla Camera e sarà il governo (perché si tratta di legge delega) a fare il decreto. E allora, gli attacchi sono “preventivi” rispetto al timore che arrivino altre inchieste. Ma c`è poi un`altra questione tutta politica: “coccolando” l`elettorato di destra, il premier spera di riconquistare qualche voto, già in vista delle amministrative, in bilico sia a Roma che a Milano. Ma il consolidamento di un fronte amico a destra arriverà al referendum costituzionale di ottobre. Un assaggio c`è stato ieri. La minoranza dem si è mossa in ordine sparso. E alla Camera ha deciso di non firmare i quesiti per il referendum sulle riforme depositata in Cassazione dal Pd insieme a Ncd e ad Ala. “Per una questione di logica ed eleganza penso sia giusto che siano le opposizioni ad avanzare la richiesta di referendum. Non ne farei un caso politico”, ha spiegato Gianni Cuperlo.
LA STRATEGIA, però, è chiara: non fare campagna referendaria fin dopo le amministrative e sperare che il Pd le perda malamente. E poi chiedere
con forza la modifica dell`Italicum.
Da notare che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sul sì o sul no, non si è espresso. Si ripropone il fronte “no trio”. E allora, a rendere del tutto politico il caso ci pensa Renzi, appena atterrato in Messico: “Ormai non è più una novità: nel Pd c`è ormai una parte che fa opposizione su tutto”. E poi, esplicito: “Mi spiace ma non conta”. Quelli che contano, evidentemente, sono altri. Non a caso ci saranno dei comitati per il sì del Pd, ma la maggior parte saranno spontanei, “civici”. Le cellule del Partito della Nazione. Mentre
il premier sembra pronto a lasciar andare la minoranza, sta lavorando a un`opera di ricucitura con i cattolici, soprattutto i cattolici democratici
e gli ulivisti. La Boschi ha chiesto ad Arturo Parisi e Pierluigi Castagnetti di far
parte dei comitati, per dire. Il premier martedì in Aula ha citato il Dc Mino Martinazzoli. E l`ultima volta che è intervenuto alla Camera si è intrattenuto
con Franco Monaco, prodiano molto critico, e ha corteggiato Delrio e Richetti,
cattodem per definizione. Entrambi stanno organizzando molti comitati in proprio. Da vedere, viceversa, come andranno le trattative per tirare dentro Veltroni e Violante. Mentre Letta ha fatto già sapere che “vota sì e basta”. » WANDA MARRA

Foto del profilo di Andrea Gentile

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