MAGISTRATI: Ora il Csm riparte dal dossier nomine (Il Corriere della Sera)

IL CORRIERE DELLA SERA

Ora il Csm riparte dal dossier nomine
Legnini dal Guardasigilli: «Caso Morosini chiuso». Il consigliere: «Contro di me un`aggressione»

ROMA Al Csm il caso Morosini è chiuso, almeno per ora. Così il Consiglio superiore della magistratura – come auspica il ministro Andrea Orlando che
ha incontrato il numero due di Palazzo dei Marescialli, Giovanni Legnini – torna ad occuparsi delle nomine ma, a questo punto è rinviata a dopo
le Amministrative la battaglia per la poltrona di procuratore della Repubblica di Milano. Al Senato, il lodo del verdiniano Ciro Falanga sulla prescrizione
in parte si sgonfia anche perché si scopre, ora, che la senatrice dem Rosaria Capacchione ha presentato un testo analogo che aprirebbe lo stesso una
corsia preferenziale ai processi per corruzione.
Il presidente dell`Anm, Piercamillo Davigo, però, non molla l`osso sulla lotta al malaffare dei colletti bianchi: «Tra stipendi e mazzette lo scontro è
impari. La tentazione può diventare irresistibile. La prima caratteristica della corruzione è la serialità, chi si vende lo fa per sempre». E a sorpresa Virginia
Raggi, candidata grillina per il Campidoglio, nel difendere il sindaco di Livorno Nogarin, indagato, dice: «Va valutato con attenzione il fatto contestato altrimenti ci sarebbe uno strapotere della magistratura».
Al Csm, dunque, il vice presidente Legnini ha imposto il rinvio del dibattito pubblico sull`intervista al Foglio (poi smentita) in cui il togato Piergiorgio
Morosini ha annunciato il suo impegno per i comitati del No al referendum costituzionale e ha mosso dure critiche allo stesso Csm: «Il caso è risolto non perché ci abbiamo messo una pietra sopra ma perché Morosini ha preso le
distanze da quelle dichiarazioni», ha detto Legnini al termine dell`incontro con il ministro. Poi, però, in plenum al Csm, Morosini ha preso la parola
per manifestare la sua amarezza, anche nei confronti dei colleghi togati e laici: «È stata una pagina di forte aggressione alla mia identità umana e professionale… Sono davvero sorpreso di quegli interventi che non hanno tenuto minimamente conto dalla mia smentita netta e immediata su
quella che è stata una inaccettabile manipolazione delle mie parole e del mio pensiero su uomini, attività e dinamiche delle istituzioni».
La parte dell`intervista smentita che più ha fatto infuriare Orlando è quella riguardante le presunte pressioni esterne esercitate sul Csm.
Quando si tratta di nominare i capi degli uffici giudiziari: «Le nomine vanno avanti in autonomia e serenità, finora ne abbiamo fatte 315. Respingo
qualsiasi ipotesi di pressioni. Il ministro non mi ha mai parlato di nomine», ha detto Legnini. Poi, però, in plenum è ripresa la solita routine: un pomeriggio intero di distinguo e cavilli e per non decidere chi sarà il procuratore di Cagliari e far slittare così anche la nomina del procuratore di Cosenza.
Cosa succederà (dopo le elezioni) quando si tratterà di Scegliere il procuratore di Milano, di Catania o di Lodi, attualmente senza guida? Per la procura di Milano, i competitor favoriti sono veri cavalli di razza: il procuratore Francesco Greco, forse ultimo erede del pool Mani pulite, e Giovanni
Melillo attuale capo di gabinetto del ministro Orlando. Dino Martirano

Foto del profilo di Andrea Gentile

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