MAGISTRATI: Magistratura al voto per l’Anm, Davigo grande favorito (repubblica.it)

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Magistratura al voto per l’Anm, Davigo grande favorito

dom.6 – Da oggi a martedì le oltre 9mila toghe italiane rinnoveranno il “parlamentino” e i vertici dell`Associazione. Le correnti e i candidati in corsa Davigo for president? Da oggi, e fino a martedì, le oltre 9mila toghe italiane vanno al voto per rinnovare il “parlamentino” e i vertici del sindacato dell`Associazione nazionale magistrati, l`Anm famosa per gli scontri con Berlusconi e per il rapporto di mutuo sospetto con Renzi. Prova ne è quel “brr… che paura” , pronunciato dall`attuale premier il 9 settembre di due anni fa, quando il presidente dell`Anm Rodolfo Maria Sabelli criticò il taglio delle ferie, e rimasto come un simbolo di una guerra mai esplosa tra il governo e i giudici. Ma adesso i magistrati dovranno scegliere se Piercamillo Davigo – il pm di Milano del pool Mani pulite, il “dottor Sottile” chiamato nel mondo a fare conferenze sulla corruzione, che però il Csm non ha mandato a
Torino come presidente della Corte di appello, né in Cassazione come presidente di sezione – può davvero fare il presidente dell`Anm grazie a un pieno di voti. Un fatto è certo, Davigo è in assoluto il magistrato più famoso che corre per la corrente di Autonomia e indipendenza, un gruppo fondato da lui stesso, dopo un duro contrasto con la corrente originaria, quella di Magistratura indipendente. Davigo, ma anche toghe note come il neo
nominato procuratore generale di Venezia Ignazio De Francisci, l`omologo di Perugia Fausto Cardella, il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, l`ex Csm Alessandro Pepe, il Csm attuale Aldo Morgigni, non sopportavano più che il vero segretario di Mi fosse l`attuale sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri. Dopo mesi di scontri la separazione è stata inevitabile. Adesso proprio Autonomia e indipendenza rappresenta la novità del voto per l`Anm. Gara in cui scendono in lizza le tre correnti storiche di Unità per la costituzione, per tutti Unicost, gruppo centrista, la sinistra di Area, fusione tra Magistratura democratica e Movimento per la giustizia, e i conservatori di Mi. Non si ricandidano né il presidente uscente Sabelli (Unicost), che sta per diventare procuratore aggiunto a Roma, né il segretario Maurizio Carbone (Area) pm a Taranto, né gli altri componenti del
“parlamentino”, tranne due (Anna Giorgetti per A&I e Alessia Sinatra per Unicost). Sabelli e Carbone dicono che dopo quattro anni di governo dell`Anm sarebbe stato inopportuno.
Polemicamente c`è chi critica la scelta perché sarebbe stato giusto, proprio dopo una direzione così lunga, sottoporsi al giudizio degli elettori. Soprattutto dopo il referendum del 17 gennaio, promosso dai movimentisti di Proposta B (che non si candida più per l`Anm), ma sostenuto anche da A&I e da Mi, sui cosiddetti carichi esigibili, cioè la quantità di lavoro che ogni toga svolge. I risultati, a sorpresa, hanno svelato che oltre 4mila magistrati, quasi la metà, sono andati a votare, ovviamente privilegiando il sì. Una tendenza che fa ben sperare Davigo e i suoi, perché dimostrerebbe che i giudici sono stanchi di una linea morbida verso il governo, “colpevole” di aver fatto leggi contro la magistratura, in primis la responsabilità civile , ma anche il taglio delle ferie senza alcuna consultazione preventiva, e la mannaia sull`età pensionabile, portata da 75 a 70 anni, con una successiva proroga di un solo anno. Renzi colpevole dunque, autore di troppe battute anti-toghe, come quella sui giudici “fannulloni”, pregiudizialmente contrario alla categoria, tant`è che non ha mai partecipato all`inaugurazione dell`anno giudiziario, né ha incontrato
i vertici del sindacato. Certo, i rapporti con il Guardasigilli Andrea Orlando sono stati differenti, il dialogo è stato possibile, ma ciò non ha impedito che leggi considerate negative come quelle citate siano passate ugualmente. Nelle liste (consultabili su www.associazionemagistrati.it ), a parte Davigo, non ci sono nomi notissimi al grosso pubblico, come ai tempi in cui nell`Anm c`erano magistrati come Edmondo Bruti Liberati, Armando Spataro, Nello Rossi. Per Unicost corre Antonio Sangermano, pm del processo Ruby a fianco di Ilda Boccassini. Per Mi, a Bologna corre Giuseppe Spadaro, presidente del
tribunale dei minori, ricorso in Cassazione per le adozioni, accusato dal neo presidente della Consulta Grossi di “non saper fare il suo lavoro”, tant`è che la Corte ha bocciato ilricorso, ma lui ha incassato la solidarietà dei colleghi. Ancora, Nunzio Fragliasso, procuratore aggiunto a Napoli. E sempre di Napoli il giudice del lavoro Edoardo Cilenti. Da Venezia Stefano Buccini, pm del caso Mose. Lista “corta” per Area, che si ferma a 28 nomi e non raggiunge i 36. Da Roma ecco il pm Eugenio Albamonte e il giudice civile Silvia Albano, Marco Imperato, pm a Modena, protagonista di tante battaglie sulle mailing list, il “figlio d`arte” Alcide Maritati di Lecce (suo padre Alberto è stato sottosegretario alla Giustizia e senatore del Pd, oltre che pm a Bari), l`ex pm di Milano Luigi Orsi (ora in Cassazione). E sempre dalla procura di Milano Luca Poniz. Con Davigo, per A&I, scendono in lizza Alessandro Pepe, la pm del caso Meredith Kercher Manuela Comodi, Ignazio De Francisci. I risultati si conosceranno nel prossimo fine settimana, dopo gli scrutini nei
singoli distretti. A quel punto sarà convocato un “parlamentino”, probabilmente per sabato 19, che a sua volta eleggerà i vertici. Tutto dipenderà dai numeri. Anche se l`esperienza di una giunta non unitaria – Sabelli e Carbone hanno governato con Mi all`opposizione – fa dire adesso ai protagonisti che questo è logorante e giova solo a chi non guida l`associazione. Ma molti scommettono che A&I non governerà con Mi dopo la scissione, mentre Unicost e Area potrebbero continuare a reggere l`Anm assieme, oppure in alleanza con Davigo, anche se su tante questioni non paiono affatto in sintonia. Tutto dipende, a questo punto, dal successo o dal flop di Davigo. Ma c`è chi scommette sulla prima ipotesi.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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