L’INTERVISTA/3: Natoli: “Basta scontri sterili. Il vero problema è il processo civile” (La Stampa)

LA STAMPA

Natoli: “Basta scontri sterili. Il vero problema è il processo civile”
Natoli, presidente della Corte d`Appello di Palermo “Davigo non si lasci coinvolgere nelle polemiche”

lun.25 – PALERMO – Tutti concentrati sulla giustizia penale e sulla corruzione, sui sempiterni scontri tra politica e magistratura, sulle parole di Piercamillo Davigo e lui, Gioacchino Natoli, che fu pm del processo Andreotti (il processo del secolo, ma del secolo scorso) e ora è presidente della Corte d`appello di Palermo, pensa soprattutto al funzionamento della giustizia civile.
Perché, presidente? «Perché è una parte essenziale del nostro sistema giudiziario, ma non solo. È anche una parte essenziale del nostro sistema economico. Dice Draghi che vale un punto del Pil. Sedici miliardi, una piccola manovra finanziaria».
È sul penale, però, che si concentrano le massime tensioni. «Ma è il civile che ha la maggiore incidenza sul funzionamento dell`economia. Basti pensare che il ministro della Giustizia Orlando è stato negli Usa a discutere con soggetti istituzionali che rappresentano investitori americani e si interessano soprattutto al funzionamento della giustizia civile. Se il sistema migliora, dicono, gli investitori sono pronti a far diventare il mercato italiano il secondo del mondo, mentre adesso è l`ottavo».
E sono soddisfatti, gli americani? «La situazione è effettivamente
migliorata: da cinque anni i giudici del civile lavorano intensamente
per eliminare l`arretrato ultratriennale. E ci stanno riuscendo».
Mentre nel penale troppe cose non funzionano. Da un`inchiesta della Stampa emerge che ci sono settemila assolti all`anno e uno su quattro viene risarcito. E la prescrizione fa il resto. «Se si guarda alle statistiche delle Corti d`appello, 4 distretti (Napoli, 22 per cento, Roma, 12, Torino e Venezia, 7,5 e 7,4 per cento) fanno registrare quasi la metà delle prescrizioni in tutto il Paese. Se si guarda ai 135 tribunali, 40 hanno prescrizione zero, 30 meno del tre per cento. Se la legge Cirielli ha dimezzato le pene e dunque la prescrizione della corruzione e in generale dei reati contro la pubblica amministrazione, la corsa si fa ardua».
Dunque ha ragione il presidente dell`Anm quando parla di politici che non hanno mai smesso di rubare? «Il contenuto di quel che dice
Davigo corrisponde a ciò che lui ha affermato altre volte negli anni. Il problema sta nel fatto che non parla più Piercamillo Davigo come persona ma come presidente di una giunta unitaria dell`Anm. Dando così l`impressione
di parlare a nome di tutta la magistratura».
Nel «secolo scorso» anche lei e i suoi colleghi foste al centro di attacchi ripetuti e di polemiche infinite sull`imputato Giulio Andreotti. E oggi cosa è cambiato? «Intanto continuo, oggi come
ieri, a dire di no a contrapposizioni tra politica e magistratura, assolutamente sterili. Noi, attaccati, avemmo un tasso di continenza notevole: individualmente nessuno di noi si lasciò coinvolgere nelle polemiche.
Parlava per tutti Caselli».
Se ci sono tutti questi assolti e tutti questi risarcimenti, c`è qualcosa che non va per il verso giusto? «Il nostro è un sistema di garanzie effettive, non declamate. Siamo l`unico Paese in cui tutto
va motivato, in tutte le fasi del processo, mentre negli Stati Uniti e in Inghilterra, c`è il verdetto e basta. Per me il nostro è il miglior sistema possibile, ma richiede tempo. Qui o si riporta tutto al tempo anteriore alla Cirielli o si interrompe la prescrizione con il primo grado. Altrimenti
ci sarà poco da fare».
Niente guerre, allora? «Parlare di guerre tra poteri dello Stato mi fa paura. Sta di fatto però che noi magistrati non abbiamo mai iniziato la
guerra contro nessuno». RICCARDO ARENA

Foto del profilo di Andrea Gentile

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