L’INTERVISTA/3: Ma la diminuzione era prevedibile. Intervista a Paluchowski, presidente sezione fallimentare Tribunale Milano (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

INTERVISTA ALIDA PALUCHOWSKI PRESIDENTE SEZIONE FALLIMENTARE DEL TRIBUNALE DI MILANO
Ma la diminuzione era prevedibile

Dom.29 – Milano. Presidente, i dati segnalano una flessione dei concordati preventivi in questi primi quattro mesi dell’anno sia con riferimento alle ammissioni sia per i ricorsi… Non drammatizzerei. Si tratta di una contrazione per certi versi anche prevedibile. La riforma dell’estate scorsa ha come dichiarato obiettivo quello di restituire un po’ di serietà a un istituto importante sì, ma che ha un senso compiuto se, anche nella fattispecie liquidatoria, è in grado di soddisfare in maniera equilibrata le diverse posizioni dei creditori. In caso contrario, e non appaia un paradosso, può anche essere preferibile un fallimento.
Come si spiega però la diminuzione più accentuata delle ammissioni rispetto ai ricorsi, anche a Milano, che, comunque, in materia fallimentare, è un punto di riferimento? Con il fatto che le ammissioni risentono evidentemente della prima fase di adattamento alle novità. Che, non va dimenticato, riguardano non solo la percentuale di soddisfazione per i chirografari, ma anche gli innesti di un minimo di contendibilità delle aziende in crisi, e, soprattutto, degli asset più appetibili. A margine, devo registrare per quest’ultima opportunità, almeno a Milano, un maggiore interesse. In ogni caso, credo che, sui concordati, la situazione si stia riequilibrando: nei primi cinque mesi dell’anno, a confronto con i medesimi mesi del 2015, i ricorsi a Milano sono stati esattamente gli stessi, 67.
La Legge fallimentare è senza dubbio tra le più ritoccate nel corso degli anni. Numerosi interventi spot e in prospettiva una riscrittura complessiva. Intanto quale giudizio dà delle ultime novità? Positivo. Ma va fatta una premessa: le scelte legislative spettano alla politica, che se ne assume naturalmente la responsabilità. Alla giurisdizione il compito di adeguarsi, cosa che non sempre avviene senza difficoltà. Tanto più in una materia sempre in evoluzione come quella del diritto fallimentare. L’intervento sui concordati è stato senza dubbio opportuno, perchè nel tempo se ne era fatto un uso anche troppo spregiudicato. Semmai ci sarebbe da incoraggiare ulteriormente il concordato in continuità che ancora stenta a decollare.
Che cosa servirebbe allora? Servirebbero delle procedure di emersione della crisi, un abbozzo delle quali è previsto dalla bozza di delega messa a punto dalla commissione Rordorf. Allora anche la continuità avrebbe maggiori crismi di serietà. G. Ne.

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