L’INTERVISTA/2: Bindi: “L`Antimafia è senza strumenti. E intanto i clan assaltano le liste” (Il Fatto Quotidiano)

IL FATTO QUOTIDIANO

Rosy Bindi La presidente della commissione: “Serve un decreto legge, così
siamo senza strumenti per vigilare. Ma in alcuni Comuni controlli possibili”
Bindi: “L`Antimafia è senza strumenti. E intanto i clan assaltano le liste”

Entra duro su Bruno Vespa: “È una vergogna intervistare il figlio di Riina sulla Rai”. Annuncia che voterà sì al referendum sulle trivelle. Soprattutto,
lancia un allarme: “La commissione Antimafia è senza strumenti, le istituzioni
non possono preservare le liste dall`assalto delle mafie. Serve un decreto legge”. La presidente Antimafia Rosy Bindi parla con il Fatto dopo
l`ufficio di presidenza della commissione.
In una nota lei accusa: “Porta a Porta si presta a essere il salotto negazionista della mafia”. Non esagera? Non è la prima volta che la sua
trasmissione derubrica la mafia a fatto di costume.
Vespa ha il diritto di raccontare la realtà, non crede? Conta il modo. Quando fece la trasmissione sui Casamonica ne venne fuori un racconto
che quasi legittimava quelle persone. Era la versione della famiglia. Riina non è il padre di suo figlio, ma un boss che ha ucciso decine di persone.
La Rai ha tirato dritto (l`intervista al figlio di Riina è andata in onda ieri, ndr) È una vergogna. Ed è una beffa che si annunci una seconda
puntata riparatoria, come per i Casamonica. Non esiste la par condicio nella lotta alla mafia. Anzichè riparare la ferita la si riapre. Domani pomeriggio
(oggi, ndr) ascolteremo in Antimafia presidente e direttore generale della Rai,
ci devono dei chiarimenti.
Oggi si è riunita la sua commissione. E le agenzie titolano: “Antimafia divisa sulle liste degli impresentabili”. Nessuna spaccatura, il clima era pacato. Ci siamo aggiornati alla prossima settimana
per trovare una soluzione unitaria. Ma bisogna spiegare. Io ho presentato una relazione che mette in luce come la commissione e le istituzioni non abbiano gli strumenti per verificare tutte le candidature. Alle Comunali si presenteranno oltre 150mila candidati in 1400 Comuni, è materialmente impossibile vagliare tutte le liste.
Quali sono questi strumenti? Parlo innanzitutto di una banca dati dei candidati, e di un casellario giudiziario nazionale dei carichi pendenti. Senza di essi è impossibile non dico vagliare le liste, ma anche applicare con certezza la legge Severino (che vieta la candidatura ai condannati in via definitiva a pene sopra i due anni, ndr).
Per le Regionali avevate redatto una lista di 16 impresentabili in base al codice etico dell`Anti mafia, per cui si possono “segnalare” anche rinviati a giudizio per i reati di mafia e corruzione. C`era pure il governatore della Campania. Erano in ballo 4500 nomi, si lavorò giorno e notte. Questa volta non possiamo fare controlli a campione, finiremmo per discriminare qualcuno.
Il M5s e il vicepresidente Fava vogliono controlli. Hanno proposto di esaminare le liste nei Comuni già sciolti per mafia o dove è stata insediata
una commissione d`accesso. Si può prendere in esame questa proposta, anche il Pd si è mostrato disponibile Ma bisogna trovare la modalità corretta e
condivisa.
Di quanti Comuni parliamo? Alcune decine, soprattutto in Calabria e in
Campania. Ma anche in Emilia e in Liguria. Però il tema rimane un altro.
Gli strumenti. Servono misure strutturali. E alcune si potrebbero
adottare subito, con un decreto. Le commissioni elettorali dovrebbero avere
almeno una settimana di tempo per verificare le liste e ogni candidato dovrebbe depositare con l`auto-certificazione il proprio certificato penale. Inoltre andrebbe eliminato l`obbligo di residenza nello stesso Comune per presidenti di seggio e scrutatori.
La commissione è d`accordo? È pronta a chiedere queste misure a governo e Parlamento.
Quanto sono a rischio le liste? Le mafie danno l`assalto ai Comuni, ovunque. Sono i veri terreni di caccia da dove ricavare profitti, dai rifiuti agli appalti in genere.
Infuria l`inchiesta di Potenza sulle concessioni petrolifere. Ma la politica come può discutere con le multinazionali senza farsi traviare? Servono leggi adeguate. Nella vicenda di Potenza il nodo è
il sistema delle continue deroghe. E poi va fatta maggiore chiarezza sui subappalti.
Renzi è stato duro con i pm lucani. È guerra ai magistrati? Spero proprio di no. Di certo i partiti devono arrivare prima della magistratura, vigilare. E non lamentarsi delle inchieste.
Voterà al referendum sulle trivelle del 17 aprile? Sì, e voterò sì.
Il Pd predica l`astensione. Ho sempre combattuto la scuola dell`astensione di Craxi e di Ruini, perché è una brutta scuola. La partecipazione democratica è un valore, e il governo dovrebbe battersi per il no.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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