L’INTERVISTA/1: Rossi: “Prescrizione, Casson sbaglia un processo non è infinito” (La Repubblica)

LA REPUBBLICA

Nello Rossi. Lo storico magistrato di Md: “Giusto lo stop
dopo il primo grado, no a farla partire dalla notizia di reato”
Rossi: “Prescrizione, Casson sbaglia un processo non è infinito”

lun.30 – ROMA. «Sì» alla prescrizione chiusa dopo il primo grado. «No» a farla partire dalla scoperta del reato. È l`opinione di Nello Rossi, avvocato generale in Cassazione; toga storica di Md.
Il suo giudizio sulle proposte Casson-Cucca? «Vi scorgo spinte e soluzioni di segno diverso e mi chiedo: si vuole razionalizzare, com`è necessario, l`istituto della prescrizione o azzerarlo?»
Far partire l`orologio da quando il reato viene scoperto non
sarebbe risolutivo? «Più che risolutivo sarebbe distruttivo. La prescrizione è un istituto di segno liberale che offre una fondamentale garanzia.
Fatta eccezione per i reati gravissimi, che sono imprescrittibili, la pretesa dello Stato di sottoporre a processo penale la persona accusata di un reato non può protrarsi all`infinito. Dev`esserci un limite al di là del quale si rinuncia a processare e a punire perché “è passato troppo tempo”. Altrimenti
il processo finisce per rassomigliare alla mitica spada di Damocle che pende a tempo indefinito sulla testa dell`imputato, appesa al filo di un potere perennemente minaccioso ma inerte».
Perché la stronca così? Voi toghe avete sempre detto che la corruzione si scopre tardi e si mangia tutta la prescrizione. Con la soluzione Casson il problema sarebbe risolto… «Spostando l`inizio del tempo di prescrizione al momento in cui polizia e pm acquisiscono notizia
di un reato diverrebbe possibile – anzi doveroso visto che l`azione penale è obbligatoria – iniziare “oggi” indagini e processo per fatti accaduti magari quindici o vent`anni fa. Creando, tra l`altro, difficoltà spesso insormontabili
a chi è chiamato a difendersi da accuse per fatti così remoti. Per questa via non si riforma la prescrizione, ma si vanificano l`istituto e le sue ragioni».
Non si può tenere uno sulla tagliola del processo tutta la vita… Sarà pure, ma dargli una sorta di grazia non è troppo? «Non corra troppo. Che un processo penale non si concluda con un`assoluzione o una condanna ma con la prescrizione è una sconfitta del sistema giudiziario. Ma da questo a dire che l`imputato “prescritto” è sempre un potenziale condannato o addirittura un “graziato” ce ne corre».
Stop definitivo alla prescrizione dopo il primo grado. Questo
almeno le piace? «Molto. Perché non demolisce la prescrizione ma la riforma, restituendole senso e misura. Se, come oggi, il tempo di prescrizione
corre lungo tutti i tre gradi di giudizio, molti imputati la vedranno come un traguardo raggiungibile. E faranno di tutto aggiungo legittimamente – per
rallentare il corso della giustizia e guadagnare questa meta. Con buona pace della ragionevole durata del processo».
E quindi? «Quando lo Stato ha assunto l`iniziativa e si è giunti a una prima
sentenza, la garanzia della prescrizione perde la sua ragion d`essere e può cessare. Appello e Cassazione restano diritti dell`imputato, ma egli ha avuto
un giudizio e da quel momento non potrebbe più dolersi della minacciosa
inerzia del potere pubblico e invocare la garanzia della prescrizione».
La soluzione del governo – sospensione e tre anni di bonus
– è un compromesso al ribasso? E che pensa del “lodo Ferranti”, prescrizione il doppio dell`attuale per la corruzione? Se scendesse a un terzo come chiede Ap basterebbe o saremmo al pannicello caldo? «Immagino le difficoltà che incontra chi, in Parlamento, vuole
risanare aree della giustizia penale, incancrenite da anni di leggi ad personam e da interventi estemporanei o strumentali. È su questo terreno che germogliano tentativi di mediazione e lodi non necessariamente deteriori.
Attenzione però. Poiché la legge ex Cirielli ha collegato il tempo di prescrizione alla misura della pena prevista per ciascun reato, assistiamo a un singolare capovolgimento. Si aumentano le pene solo per ottenere più tempo per il processo e il sistema penale si trasforma in un patchwork, cui ogni
giorno si aggiunge una nuova toppa. Non è un buon modo di procedere nel campo delicato della giustizia penale».

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile