L’INTERVISTA Aschettino: «Nomine lottizzate al Csm? C’è una deriva populista, il Tar smentisce Davigo» (Il Sole 24 Ore)

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Aschettino: «Nomine lottizzate al Csm? C’è una deriva populista, il Tar smentisce Davigo»

«Si può dire quel che si vuole, ma i fatti dicono che sono solo il 10% i magistrati che ricorrono al Tar ritenendosi ingiustamente esclusi da un direttivo, e che il giudice amministrativo, nel 2015, ha annullato meno del 2% delle nomine deliberate, percentuale prossima allo zero nel 2016. A questo dato di fatto se ne aggiunge uno politico: le nomine sono frutto di un confronto tra sensibilità culturali diverse, ancorché ancorate al dato tecnico delle circolari che regolano la materia. Sono sconcertato che il presidente dell’Anm, che dovrebbe essere custode geloso del pluralismo culturale presente in magistratura, possa stigmatizzare che all’interno del Csm, e nelle sue decisioni, ci sia un confronto sui valori da perseguire».
Lucio Aschettino, presidente della V Commissione del Csm – che propone al plenum le nomine ai posti direttivi – risponde per le rime al presidente dell’Anm Piercamillo Davigo per la bordata lanciata mercoledì contro la prassi «orribile» del Csm di nominare i vertici degli uffici con la logica dell’«uno a me, uno a te e uno a lui». Parole che bruciano a Palazzo dei Marescialli, nonostante la replica «indignata e offesa» filtrata mercoledì sera, al netto del tentativo di Davigo di rettificare sostenendo che si riferiva alle «nomine a pacchetto». «Tecnicamente – spiega Aschettino – le nomine a pacchetto sono i trasferimenti orizzontali: se mancano 20 giudici in Cassazione si fa un bando per coprirli assieme. Le nomine dei dirigenti, invece, sono singole. Davigo, quindi, parla erroneamente di pacchetto, con riferimento a queste ultime, commettendo un errore di grammatica ordinamentale».
Nella Giunta Anm non è solo Davigo a parlare di baratti… Ovviamente il compito di ogni consigliere rispettoso del confronto democratico tra idee diverse, espresse anche dai laici, deve vigilare per scongiurare derive ispirate alla pura logica dell’appartenenza ai gruppi della magistratura o a una determinata parte politica. Per evitare questa patologia del sistema, sempre possibile, il Csm si è dato un nuovo Testo unico sulla dirigenza, per rendere le decisioni più trasparenti e prevedibili.
Ma anche dopo il Testo unico ci sono state nomine discusse, come quelle alla Procura di Santa Maria Capua Vetere, alla Corte d’appello Brescia o alla Procura generale di Trento… Questo rientra nel fisiologico contrasto quando si esercita un potere discrezionale, che però è irrinunciabile per individuare il miglior dirigente possibile.
Come spiega, allora, parole così pesanti contro il Csm? Purtroppo c’è una deriva populista anche nella magistratura, per cui criticare aspramente le istituzioni ha sempre un ritorno anche in termini di consenso. Donatella Stasio

Foto del profilo di Andrea Gentile

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