L’INTERVENTO/2: Per i giuslavoristi più consulenze e meno cause di Aldo Bottini – Presidente di Agi, Avvocati giuslavoristi italiani (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Per i giuslavoristi più consulenze e meno cause

di Aldo Bottini – Presidente di Agi, Avvocati giuslavoristi italiani

Le nuove regole del Jobs Act cambieranno anche la professione del giuslavorista? È molto probabile. È già accaduto negli anni ’70: lo Statuto dei lavoratori e la riforma del processo del lavoro determinarono la nascita e il consolidamento di una generazione di specialisti. La riforma del lavoro oggi, quale che sia il giudizio di merito che se ne voglia dare, rivoluziona dopo 40 anni gli assi portanti del diritto del lavoro, intervenendo sui nodi all’origine del maggior contenzioso: prima ancora dei licenziamenti, l’abolizione della causale nei contratti a termine e di somministrazione, la cancellazione del contratto a progetto, l’eliminazione del limite dell’equivalenza nei cambi di mansione, con il carico di valutazione discrezionale rimessa al giudice. La drastica riduzione del contenzioso è già ampiamente percepibile, e sarà accentuata dalla sostituzione del rimedio ripristinatorio con quello indennitario, e dall’incentivo fiscale riconosciuto alla conciliazione “veloce”.
Molti temono che la professione del giuslavorista sia al tramonto. Non credo che il nostro mestiere stia per scomparire. Si trasformerà, mantenendo un ruolo importante nella vita delle aziende e dei lavoratori, a patto di accrescere la specializzazione, affinare le competenze, coltivare la formazione continua (alla quale Agi contribuisce direttamente, quale associazione specialistica maggiormente rappresentativa riconosciuta dal 2013). Le nuove regole devono pur sempre essere interpretate e applicate. Questo già avviene soprattutto fuori dei tribunali, nella conciliazione, la consulenza stragiudiziale, le transazioni. E avverrà nell’assistenza alla contrattazione collettiva, decentrata e aziendale.
È un fenomeno, oltretutto, che riguarda l’intera professione, i 250ila avvocati italiani e non solo il “piccolo” gruppo di giuslavoristi a tempo pieno, oltre 500 dei quali riuniti da oggi a sabato a Perugia, nel consueto convegno annuale degli Avvocati giuslavoristi italiani. Negli ultimi anni, anche in modo un po’ confuso, mediazioni e negoziazioni assistite, in un numero crescente di materie, precedono il contenzioso vero e proprio, e spesso lo evitano con valore di “giudicato” degli accordi tra le parti e i loro avvocati. È la cosiddetta giurisdizione forense, dalla quale non ha senso escludere il lavoro. Ci siamo battuti per (re)introdurre la negoziazione assistita nelle controversie di lavoro, come prevede il Ddl sulla riforma del processo civile, approvato in marzo dalla Camera e oggi all’esame del Senato (2284/S).
Nei confronti con gli altri ordinamenti abbiamo visto – l’anno scorso a Milano e ora a Perugia – che nei Paesi europei dove la reintegrazione non è prevista o è raramente chiesta e applicata, il diritto del lavoro è vivo e vegeto, e gli avvocati giuslavoristi hanno un mercato; è così persino negli Usa, dove pure vige libertà di licenziamento.
Nuovi campi richiedono l’intervento del giuslavorista: basti pensare al welfare aziendale e alla privacy sui luoghi di lavoro (anche in vista della piena applicazione del nuovo regolamento europeo 2016/679, entro il maggio 2018). Il contenzioso sui licenziamenti non scomparirà del tutto e anzi crescerà per quelli (ritenuti o realmente) discriminatori. Finora non era necessario provare il carattere discriminatorio di un licenziamento per l’orientamento politico, di genere, o razziale del lavoratore: l’ampiezza della tutela rendeva in fondo superflua la prospettazione del profilo discriminatorio, oggi decisiva per ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro.

Il Congresso

01 – Il confronto
Il congresso nazionale degli avvocati giuslavoristi si aprirà questa mattina a Perugia (Palazzo dei Priori, alle 10) con una tavola rotonda dedicata al bilancio del Jobs act. Interevveranno tra gli altri: Vincenzo Martino, vice presidente Agi, Perangelo Albini, direttore Lavoro e welfare di Confindustria, e Filippo Ciavaglia, segretario generale della Camera del lavoro di Perugia Cgil

Foto del profilo di Andrea Gentile

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