L’INTERVENTO/2: La giustizia deve decidere prima di Vladimiro Zagrebelsky (La Stampa)

LA STAMPA

La giustizia deve decidere prima

di Vladimiro Zagrebelsky

dom.8 – I nuovi dati comunicati dal ministero della Giustizia sull`andamento del numero di procedimenti penali che si concludono senza una sentenza che decida il merito dell`accusa, perché sono decorsi i termini stabiliti per la prescrizione del reato, indicano non solo l`enormità del fenomeno complessivo, ma anche l`inversione del precedente trend di diminuzione e un nuovo aumento a partire dagli anni 2011-12. I dati consentono qualche osservazione su caratteristiche interne al fenomeno generale. Si è di fronte a
una questione di cui non è possibile credere a una soluzione nel breve periodo, legata come essa è strettamente alla durata dei procedimenti penali, che è molto diversa tra le diverse sedi giudiziarie, ma è comunque
complessivamente eccessiva (mediamente 363 giorni in Tribunale, 865 giorni in Corte d`appello e 216 giorni in Cassazione). In ogni caso ciò che sembra sfuggire alle discussioni in corso sulla disciplina della prescrizione è che il suo allungamento, comunque ottenuto con l`annunciata legge di riforma, comincerà a operare solo per i reati commessi dopo la sua entrata in vigore. Nel nostro sistema infatti non è retroattivo un nuovo sistema di calcolo della prescrizione che sia meno favorevole per l`imputato. In sostanza l`enorme massa di procedimenti pendenti continuerà comunque a essere regolato dalla legge vigente.
Guardando dentro i numeri e i diagrammi utilmente elaborati dall`ufficio delle statistiche del ministero si nota che le prescrizioni diminuiscono in generale nella fase dell`indagine, aumentando correlativamente nella
fase successiva del Tribunale e ancor più in quella della Corte d`Appello. Ed è in Corte di appello che la percentuale di prescrizioni è maggiore. Poco o nulla si prescrive in Cassazione (dove il problema grave riguarda la durata dei processi civili) anche per effetto della sua giurisprudenza, che esclude l`operare della prescrizione quando, come spesso accade, il ricorso sia inammissibile. Nella fase dell`appello continua a crescere la percentuale delle prescrizioni, mentre cresce anche il numero dei processi definiti e dunque
in generale la produttività delle Corti. Vi è dunque un`evidente sofferenza delle Corti di appello. Durata dei processi e percentuale di prescrizioni ne sono la dimostrazione, anche se le grandi differenze che si notano tra le
varie Corti di appello richiederebbero un rigoroso accertamento delle cause. Diverso impiego delle risorse tra il settore civile e quello penale? Diverso peso delle carenze di mezzi, di magistrati e di personale di cancelleria? Carenze organizzative che incidono sulla produttività?
Ma vi è un dato che non dovrebbe essere sottovalutato. La conclusione di un procedimento con la dichiarazione di prescrizione del reato, qualunque ne sia la causa specifica, è normalmente ìndice di un fallimento del sistema giudiziario penale. Tuttavia non tutte le prescrizioni sono eguali. Sono diverse a seconda dei reati che si estinguono e delle loro conseguenze, ma anche in relazione al momento processuale in cui si verificano. Quando la prescrizione è dichiarata nella fase di appello, vuol dire che per quel procedimento hanno già lavorato la Procura della Repubblica e il Tribunale, con il conseguente inutile dispendio di risorse. Uno spreco che non c`è se il procedimento destinato a prescrizione viene fermato prima. Una ragionevole gestione delle risorse, anche in considerazione del principio costituzionale di buon andamento dell`amministrazione pubblica, dovrebbe considerare la capacità
del sistema di utilmente concludere i tre gradi di giudizio. Distribuzione degli organici e dei mezzi e programmazione del lavoro nelle varie fasi dovrebbero almeno evitare sprechi di risorse. Traspare dai dati una tendenza crescente a trasferire alla fase processuale successiva l`onere (e il disonore) di dichiarare
la prescrizione. Infatti ove le prescrizioni sono ridotte nella fase dell`indagine preliminare, sono grandi in Tribunale e soprattutto in fase di appello. E` un modo irrazionale di operare del sistema nel suo complesso. Si evitano così difficili scelte operative nelle prime fasi, ma una parte consistente delle
scarse risorse potrebbe essere meglio utilizzata invece d`essere buttata al vento.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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