L’INTERVENTO/2: Amnistia e indulto ora si chiamano “politica di diritto” di Bruno Tinti (Il Fatto Quotidiano)

IL FATTO QUOTIDIANO

Amnistia e indulto ora si chiamano “politica di diritto”

di Bruno Tinti

Immaginate un sondaggio semplice semplice: sei d`accordo sul perdono, senza se e senza ma, per quelli che hanno commesso reati lievi come furti in
supermercato, truffe, appropriazioni indebite, lesioni non gravi, guida senza patente o in stato di ubriachezza, ingiurie, minacce (si chiama amnistia)? Non li processiamo nemmeno; oppure, se il processo è iniziato, li rispediamo a casa con tante scuse. E sei d`accordo sull`abbonare tre anni di prigione a tutti quelli che hanno commesso reati anche gravi come rapine, estorsioni, violenze carnali, corruzione, falsi in bilancio, frodi fiscali (si chiama indulto)? Pene da sei anni in giù non si scontano, li assegniamo direttamente ai servizi sociali.
Credo che la stragrande maggioranze dei cittadini si chiederebbe se chi
ha commissionato il sondaggio è matto: perché diavolo un delinquente non dovrebbe andare in prigione? Ha commesso reati, ci sono parti offese giustamente arrabbiate, che almeno si sconti la sua pena. E tuttavia la politica è in fibrillazione di fronte alla proposta di un senatore del Pd, Luigi Manconi, che ha colto la palla al balzo e, “in omaggio a Pannella”, chiede di modificare la Costituzione e rendere sufficiente la maggioranza assoluta (significa la maggioranza dei parlamentari, 475 su 951) per approvare amnistia e indulto;
adesso servono i due terzi, 634, il che – naturalmente – rende la cosa più
difficile.
CHIUNQUE si chiederebbe perché mai la politica è così interessata a un progetto che fa giustamente schifo alla cittadinanza. Esclusa l`eventualità che i partiti siano composti da anime pie, missionari dediti al perdono delle debolezze umane; la ragione di tanto interesse potrebbe consistere nella consapevolezza che – presto o tardi – saranno gli stessi politici a beneficiarne. Insomma, il consueto e spregevole conflitto di interessi. Questa ragionevole supposizione è rafforzata dalle ridicole motivazioni che Manconi e i suoi complici hanno espresso a sostegno della loro proposta. Secondo Manconi, il fatto che, dal 2006 – a causa della elevata maggioranza richiesta – non si è mai riusciti ad approvare amnistie e indulti è “assolutamente negativo perché ha sottratto questi provvedimenti alla loro principale destinazione: essere strumento di politica di diritto destinato a ridurre in modo significativo la presenza nelle carceri e l`accumulo delle cause pendenti”.
Da non credere: non mettere in prigione chi ha commesso reati è “politica di diritto”; ridurre la popolazione carceraria concedendo l`impunità ai delinquenti è “politica di diritto”; diminuire i processi (con l`indulto non si diminuisce un accidenti: si deve fare il processo e, alla fine, se non si assolve, si condanna con la formula abbiamo scherzato, tre anni te li abbuoniamo
subito) è “politica di diritto”. Non manca l`indignato ricordo delle inaccettabili condizioni carcerarie. Che, se reali fossero, dovrebbero essere risolte costruendo nuove e migliori carceri e non rimettendo in strada i delinquenti che, ricominciando immediatamente a delinquere, provocherebbero un nuovo superaffollamento e un aumento immediato di quei processi che si volevano diminuire.
Insomma, questa gente non capisce che amnistia e indulto, oltre a essere immorali, sono politicamente idioti perché criminogeni, come qualsiasi condono.
L`impunità incoraggia la recidiva. Ma in verità lo capiscono benissimo; però di un`uscita di sicurezza si sentiva proprio il bisogno. La morte di Pannella è stato un assist insperato.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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