IL SOLE 24 ORE
Riforma del mercato del lavoro. Atteso oggi il via libera definitivo del Consiglio dei ministri al decreto legislativo in scadenza
Jobs act, ultimi nodi per il correttivo
Partita ancora aperta sulle risorse per gli ammortizzatori nelle aree di crisi complessa
Roma. Per i circa 40mila lavoratori delle aree di crisi industriale complessa, la cassa integrazione straordinaria una volta esaurita – per via dei nuovi limiti fissati dal Jobs act – potrà essere prorogata fino a un massimo di un anno, purché l’impresa presenti un piano di recupero occupazionale con percorsi di politiche attive per la ricollocazione del personale. Se invece si tratta di lavoratori licenziati – all’esito di un programma di Cigs (anche in deroga) – che nel corso del 2016 esauriscono le prestazioni di tutela del reddito per la disoccupazione involontaria, il sostegno sarà di 500 euro mensili, per un massimo di 12 mesi.
Le due misure – la prima finanziata con 85 milioni, la seconda con 150 milioni di euro a condizione che le Regioni destinino risorse per almeno il 20% alle politiche attive – sono contenute nel Dlgs correttivo del Jobs act atteso oggi al Consiglio dei ministri, dopo che lo scorso 1° settembre Confindustria e sindacati avevano sollecitato in un documento congiunto un intervento dell’Esecutivo in questa direzione. Il Dlgs deve essere promulgato dal presidente della Repubblica entro domenica, pena la decadenza, pertanto la giornata odierna sembra l’ultima opportunità per il via libera definitivo da parte del Consiglio dei ministri.
Tuttavia restano da sciogliere alcuni nodi, relativi alle coperture, tanto è vero che il testo portato in preconsiglio dei ministri giovedì scorso (si veda Il Sole 24 Ore del 16 settembre) non è andato in Cdm lo scorso venerdì, e anche oggi potrebbe essere oggetto di ulteriori correzioni. Resta da chiarire un aspetto non secondario. Il governo ha messo sul piatto 235 milioni per le aree di crisi complessa che attualmente sono 9, ma è in preparazione un decreto del Mise che individua altre 2 aree di crisi. I tecnici del governo ieri stavano ancora ragionando per capire se sarà necessario reperire nuove risorse, ridurre la durata delle proroghe o l’entità del sostegno, per assicurare la copertura a tutte le aree di crisi industriale nel 2016. Altrimenti andrà trovata una soluzione nell’ambito della legge di Bilancio, ma il sostegno partirebbe dal 2017.
Inoltre sono stanziati 135 milioni nel biennio 2016-2017 per potenziare la Naspi per gli stagionali nel turismo e negli stabilimenti termali, che hanno lavorato almeno tre anni su quattro usufruendo di sei mesi di Aspi/Naspi. Avranno un mese di sussidio aggiuntivo fino a un massimo di quattro: in sostanza prenderanno quattro mesi di sussidio, anziché tre.
È previsto anche lo slittamento al 1° gennaio 2017 dell’introduzione della tracciabilità dei voucher. In chiave “anti abusi” almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, con un sms o con la posta elettronica, il committente (imprenditore o professionista) dovrà comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro i dati anagrafici (o il codice fiscale del lavoratore), indicando anche il luogo e la durata dell’impiego accessorio. Lo slittamento servirebbe per preparare l’infrastruttura informatica di comunicazione tra ministero del Lavoro e Inps, ma nel governo si sta anche pensando di confermare la versione originaria del testo che prevedeva l’operatività della nuova procedura all’indomani della promulgazione del Dlgs. Nell’ultima versione del decreto è aggiunta anche l’indicazione del giorno e dell’ora di inizio e fine della prestazione lavorativa. In caso di violazione scatteranno sanzioni amministrative da 400 a 2.400 euro, per ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione. Per gli imprenditori agricoli che ricorrono al lavoro accessorio, la comunicazione può avvenire in un arco temporale fino a 7 giorni, tendendo conto delle specificità del lavoro agricolo.
Novità anche per i contratti di solidarietà “difensivi” in corso da almeno un anno, o stipulati prima del 1° gennaio 2016: potranno essere trasformati in “espansivi”, favorendo l’incremento degli organici, a condizione che non si preveda una riduzione d’orario superiore a quella concordata.
Giorgio Pogliotti