INTERCETTAZIONI: «Intercettazioni, la nuova legge si farà». Pd al lavoro: stretta su gossip e “strascico” (Il Messaggero)

IL MESSAGGERO

«Intercettazioni, la nuova legge si farà»
Pd al lavoro: stretta su gossip e “strascico”

IL RETROSCENA
ROMA. La legge sulle intercettazioni si farà. Renzi assicura che non c`è nessun piano contro gli ascolti. La realtà è che il governo andrà avanti cercando però di non entrare in rotta di collisione con il presidente dell`Anm Piercamillo Davigo. Mentre su una corsia parallela si metterà mano anche alla prescrizione che verrà ritoccata, (due anni dopo la condanna in primo grado e un anno dopo l`appello).
«Il presidente del Consiglio ha voluto semplicemente rimarcare quale sarà la nostra linea ma è chiaro che su questa materia interverremo – chiarisce il senso delle affermazioni del premier Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera – Lo faremo tendo conto delle buone prassi adottate dalla procure italiane».
Il riferimento è alle procure che in questi mesi non sono rimaste con le mani in mano ma
hanno surrogato il Parlamento facendosi ognuna le proprie “leggine”. Con il risultato, però, che quello che a Roma potrebbe essere considerato irrilevante, e dunque da distruggere, non lo sarebbe a Napoli oppure a Torino. Tante repubbliche indipendenti e un unico grande orecchio che le tiene insieme in modo disomogeneo.
VIA IL GOSSIP
Polizia giudiziaria e pm non potranno in alcun modo inserire nelle richieste «conversazioni irrilevanti e manifestamente non pertinenti rispetto ai fatti oggetto di indagini». Via perciò il gossip.
Via anche le registrazioni laterali, quelle «pescate a strascico». Verrà stabilito una sorta di
codice della «pubblicabilità» ma a decidere volta per volta saranno «sempre e solo» i giudici. Si andrà avanti prendendo come modello l`autoriforma dettata a Roma dal procuratore Giuseppe Pignatone, ad esempio. Il nuovo galateo è già in parte contenuto
nel pacchetto che fa parte della riforma del processo penale. La riforma che giace da 8 mesi
in commissione Giustizia al Senato. Consegna al governo le deleghe in materia di prescrizione e intercettazioni. Il premier e il guardasigilli Orlando spingeranno per farla uscire dai cassetti. Il problema è che se non si fa in tempo entro l`estate poi si va a settembre e il referendum costituzionale incombe. Le date dovrà perciò fissarle il Senato.
Se la nuova legge riprenderà ampi stralci delle circolari emanate dalle procure qualcuno potrebbe dire che in questo Paese le leggi le fanno i magistrati. «Ma non è vero», obiettano i democrat «tutt`al più possono aver spianato la strada».
Si potrà ricalcare anche il modello Torino dove Spataro ha elencato cosa si intende per «intercettazione inutilizzabile». E ha stabilito che a decidere, qualora sorgano controversie con la polizia giudiziaria, sia il pm. Nessun limite alla magistratura ma un limite al gossip, insomma.
Il rispetto della privacy deve prevalere senza configurare al tempo stesso un limite alla libertà dell`informazione. Va trovato un equilibrio – e lo ha detto anche ieri il ministro Boschi intervenendo da Londra – che non faccia gridare al «bavaglio» e non privi gli avvocati di atti processuali che potrebbero essere utilizzati contro i loro assistiti.
L`udienza filtro prevista dal codice penale a conclusione delle indagini (art. 268) non dovrà essere un optional bensì – come a Torino, appunto – una regola. Il luogo
giuridico cui viene deciso cosa distruggere. Nel caso di richiesta di custodia cautelare sarà il giudice sulla base delle richiesta del pm a individuare le conversazioni rilevanti per quel momento processuale. Una responsabilizzazione maggiore, dunque.
PUNIRE LE VIOLAZIONI
I dati sensibili che potrebbero essere utilizzati per scopi che con la giustizia non hanno nulla a che fare andrà al rogo. Si può prevedere invece un prolungamento della fase di segretezza degli atti anche dopo il deposito per le parti e fino alla decisione del giudice. E prevedere misure più severe per le eventuali violazioni.
E l`Anm? Il presidente della Associazione nazionale magistrati, Piercamillo Davigo, preferisce non commentare le parole del presidente del Consiglio. «Molte inchieste e poche sentenze? Certo, perché c`è a prescrizione – ribatte – i processi durano troppo perché ce ne sono troppi».
Per le intercettazioni non pertinenti «c`è sempre il reato di diffamazione». Infine la proposta di estendere il segreto «se ne può discutere». Claudio Marincola

Foto del profilo di Andrea Gentile

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