FISCO: Studi di settore, rimborsi accelerati (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Il decreto fiscale. Si va verso lo stop ai controlli tranne nei casi di frode – Possibile eliminazione dello strumento per le categorie di professionisti
Studi di settore, rimborsi accelerati
La fedeltà misurata dai nuovi indicatori di compliance taglierà i tempi sulla restituzione dei crediti

ROMA. Non solo l’eliminazione dei controlli, ad eccezione dei casi più gravi di frode. La fedeltà fiscale dei contribuenti ai nuovi indicatori di compliance che prenderanno il posto degli studi di settore potrà consentire di accedere a una corsia preferenziale per i rimborsi. L’obiettivo del Governo è fare in modo che la riforma vada a regime a partire dal prossimo 2018.
La road map – come anticipato ieri su queste colonne – sarà delineata nel decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio: si partirà con la sostituzione con gli indicatori di fedeltà fiscale a partire dall’anno d’imposta 2017 (quindi andranno presentati ancora i modelli studi di settore relativi al 2016) e poi sarà un decreto del Mef a stabilire anche le modalità di esclusione dai controlli.
Nel suo complesso l’operazione si basa su «quattro pilastri, come spiegato ieri dal viceministro all’Economia, Luigi Casero: «Gli studi di settore non potranno più essere utilizzati per accertamenti, non potranno più essere richiesti dati già in possesso dell’agenzia delle Entrate, mentre saranno eliminati gli studi inutili, quelli, in sostanza, per categorie, come quella degli avvocati, che presentano andamenti dei ricavi non proiettabili nel tempo, con picchi non costanti negli anni». E infine, scatterà il meccanismo di premialità associato all’indice di fedeltà fiscale.
In caso di un’evoluzione storica che indica l’affidabilità, e quindi un «alto indice di fedeltà fiscale», il contribuente – ha spiegato Casero – «non potrà più subire controlli e accertamenti, a meno di sospetti di frodi», e potrà contare anche su una «dinamica più accelerata dei rimborsi».
Un doppio vantaggio quindi che potrebbe cambiare la vita “tributaria” dei circa 3,6 milioni di partite Iva – tra autonomi, imprenditori e società – attualmente soggetti alla compilazione degli studi di settore ogni anno. Il disegno di fondo è quello di passare da uno strumento utilizzato finora più nell’ottica di una finalità repressiva (anche se dalle sentenze a Sezioni unite del 2009 le cose sono molto cambiate) a uno di accompagnamento alla compliance, nel solco del nuovo corso inaugurato dal «cambia verso» che fa leva sull’adempimento spontaneo e sull’autoemersione delle basi imponibili.
Il percorso di riforma potrebbe portare anche alla cancellazione di alcuni studi di settore. Si pensa, per esempio, alla cancellazione di quelli «non efficienti/efficaci» per alcune categorie di professionisti che hanno un andamento dei compensi non proiettabile nel tempo, con picchi non costanti negli anni, come per esempio nel caso degli avvocati.
Si profila dunque una semplificazione da questo punto di vista. Altre misure di alleggerimento degli adempimenti tributari saranno invece contenute all’interno del Dl fiscale. A fronte dell’introduzione della comunicazione periodica dei dati Iva per contrastare il fenomeno dell’imposta sul valore aggiunto non versata (si veda il colonnino a lato), il decreto punta all’eliminazione dell’obbligo dell’avvenuta registrazione delle fatture d’acquisto con San Marino ma anche a quello dell’invio dei dati delle operazioni con controparti ubicate in Paesi black list. E allo stesso tempo saranno ridotti gli obblighi sugli elenchi Intrastat. In arrivo anche la moratoria estiva sugli avvisi del Fisco: in pratica chi riceverà una comunicazione amministrativa dal 1° al 31 agosto di ogni anno avrà 30 giorni di proroga per rispondere: tutto sarà rinviato a settembre dopo la pausa estiva. Marco Mobili Giovanni Parente

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