FISCO: Al contributo unificato il record delle liti con il fisco (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Al contributo unificato il record delle liti con il fisco

Quando si tratta di liti con il fisco, l’imposta di registro fa discutere più dell’Iva e la tassa sui rifiuti più dei tributi immobiliari. Ma il record del contenzioso in rapporto al gettito spetta al contributo unificato, la “tassa d’ingresso” per avviare il processo: un tributo che frutta relativamente poco all’Erario (meno di 100 milioni, la stima), ma che nel 2015 ha innescato 1.412 contenziosi davanti alle commissioni tributarie provinciali e regionali. In pratica, 145,6 controversie ogni 10 milioni di euro. Per avere un’idea – all’estremo opposto della classifica – l’Iva genera solo due liti ogni 10 milioni di gettito.
L’elaborazione del Sole 24 Ore del lunedì misura l’intensità del contenzioso in relazione al valore dei tributi per lo Stato e gli enti locali, e offre alcuni spunti di riflessione anche nell’ottica di una possibile riforma della giustizia tributaria o, comunque, del tentativo di deflazionare le liti con il fisco.
Non deve sorprendere che le due imposte più pesanti in termini di gettito – l’Irpef e l’Iva – siano anche quelle con il minor tasso di litigiosità. Certamente, il numero delle controversie si diluisce nella mole degli introiti per l’Erario. Ma molto dipende anche dai meccanismi applicativi dei due tributi. Nel caso dell’Irpef, la cosiddetta “tassazione attraverso le aziende” fa sì che 141 dei 176 miliardi incassati l’anno scorso dallo Stato siano arrivati da ritenute effettuate sugli stipendi dei dipendenti e dei pensionati. Nel caso dell’Iva, probabilmente, bisogna tenere conto della struttura stessa del tributo, della cornice regolamentare europea e delle regole come lo split payment che bloccano sul nascere molti comportamenti a rischio.
Suona più sorprendente, invece, il tasso di litigiosità che si collega all’imposta di registro e alle ipocatastali (rispettivamente 38 e 68 controversie ogni 10 milioni di gettito). Il dato potrebbe segnalare una disciplina non sempre lineare, ma anche accertamenti più discutibili e contestati. Ma è difficile arrivare a una conclusione, perché tra le operazioni tassate ci sono situazioni molto diverse, dalle locazioni alle cessioni d’azienda fino alle compravendite. Ad ogni modo, la percentuale di sentenze favorevoli ai contribuenti in secondo grado è la più alta, mentre in primo grado viene superata solo dalle controversie sulle tasse relative agli autoveicoli.
Anche le liti sui tributi immobiliari sono superiori alla media. Il che a prima vista non sembra giustificabile, visto che la base imponibile non è quasi mai in contestazione (il valore catastale nel caso di Imu, Tasi e Ici) e che il meccanismo applicativo dipende da poche variabili (superficie, occupanti e indici di producibilità dei rifiuti nel caso di Tari e altri tributi su raccolta e smaltimento).
Resta comunque l’impressione di un contenzioso ancora troppo elevato, nonostante la mediazione tributaria fino a 20mila euro (dall’inizio di quest’anno estesa anche ai tributi gestiti dagli enti locali) e gli altri strumenti deflattivi (dall’acquiescenza all’adesione) abbiano dato un forte impulso alla riduzione delle controversie in ingresso. Anche se, come rilevato dalla Corte dei conti nell’ultima relazione sul rendiconto generale dello Stato, il 2015 ha fatto segnare un’inversione di tendenza nei ricorsi pervenuti: circa 8.700 in più nel confronto con il 2014.
Oltre al numero, trattandosi di controversie con l’Erario, gli enti locali o altri enti impositori, vanno valutate le cifre in gioco. Tra Ctp e Ctr le nuove liti “avviate” valgono in tutto più di 33,5 miliardi di euro (senza considerare quelle già pendenti).
Soprattutto per questo si impone un ragionamento sul futuro della giustizia tributaria, perché cifre simili – anche a detta di molti osservatori – non possono più giustificare un ruolo di secondo piano o peggio ancora di Cenerentola nella “filiera” tributaria italiana. Anche sulla scorta degli scandali di corruzione emersi in Commissioni tributarie importanti come quelle di Lazio e Lombardia, un primo passo verso la riforma è stato mosso con un progetto di iniziativa parlamentare. Ora, però, si aspetta che il tavolo interministeriale annunciato tra Giustizia e Mef scopra le sue carte per verificare modi e tempi per una riorganizzazione complessiva degli organismi chiamati a giudicare sulle liti con il fisco. Cristiano Dell’Oste
Giovanni Parente

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