FALLIMENTARE: Concordati in calo (senza crollo) (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Diritto fallimentare. Primo bilancio dopo la riforma dell’estate scorsa che ha introdotto la percentuale minima di soddisfazione
Concordati in calo (senza crollo)
I ricorsi diminuiscono ma non precipitano – Stabili a Milano in aumento a Torino

Dom.29 – Milano. Escono abbastanza ammaccati ma non defunti i concordati preventivi dopo la riforma dell’estate scorsa. Un bilancio, il primo sul punto, condotto dal Sole 24 Ore su dati degli uffici giudiziari, che dà un esito tutto sommato univoco. Il numero dei concordati preventivi è in diminuzione, senza però che si sia verificato quel vero e proprio crollo, che, a ridosso dell’entrata in vigore della riforma, nell’estate scorsa, era stato invece ampiamente messo in preventivo in molti dei primi commenti. E ci sono segnali in significativa controtendenza in aree economiche di assoluto rilievo.
L’indagine, realizzata grazie alla collaborazione della magistratura, è concentrata sui primi quattro mesi del 2016, a confronto con il medesimo periodo dell’anno precedente. Nel mezzo c’è stato il debutto di una disposizione chiave come quella della reintroduzione di una percentuale minima di soddisfazione dei creditori chirografari per quei concordati di impronta liquidatoria. Percentuale di soddisfazione fissata al 20 per cento e destinata a restituire serietà a un istituto utilizzato a volte in modo strumentale, ancora più spesso caratterizzato da percentuali di pagamento dei creditori commerciali assolutamente irrisorie.
Sui dati relativi ai primi quattro mesi, la distinzione da fare è tra ricorsi per concordato e proposte poi effettivamente ammesse. Ad essere più significativi, almeno in questa fase, sono i primi, per i quali la contrazione è più contenuta. È il caso di Roma, dove si passa da 35 a 28, o di Napoli, da 9 a 4. Domande stabili in Sicilia, con Catania sempre a 5 e Palermo che passa da 5 a 4. Calo più accentuato invece a Treviso, da 23 a 12, e a Firenze, da 20 a 11. Ma il dato da sottolineare è quello di Milano insieme a quello di Torino. Nel capoluogo lombardo, la realtà economica forse di maggior rilievo del Paese, i concordati sono sostanzialmente stabili, passando da 62 a 63; a Torino addirittura aumentano, da 14 a 16.
In riferimento alle ammissioni, il calo è invece generalizzato. Con andamenti diversi però. A Roma, per esempio, si è passati da 29 concordati ammessi a 5 soli; a Torino da 6 a 2; a Napoli, che per molti versi fa un po’ storia a sè per una giurisprudenza restrittiva, nel 2016 ne sono stati ammessi 2, ma nel 2015 non ne era stato ammesso nessuno ed erano stati 9 nel corso di tutto l’anno. A Milano i concordati ammessi sono diminuiti da 38 a 23, mentre nel Nord Est, a Treviso, si è passati da 10 a 4; a Bergamo da 7 a 2.
In termini generali, il peso differente del calo tra ricorsi e ammissione si può spiegare con una fase di alcuni mesi di “digestione” della riforma. Che non si è limitata peraltro alla semplice introduzione della percentuale minima di soddisfazione dei fornitori, ma ha allargato il tiro alla possibilità di presentare piani alternativi di concordato da parte di terzi quando le proposte originarie restavano al di sotto di percentuali di soddisfazione dei chirografari diverse a seconda della natura liquidatoria o in continuità del concordato stesso. Ma dall’agosto scorso è possibile anche la presentazione di offerte alternative in caso di cessione di asset aziendali.
Le novità hanno così avuto bisogno di un po’ di tempo per essere fatte proprie da imprenditori e professionisti e questo ha comportato una flessione più accentuata dei concordati ammessi. Che, non va dimenticato, fanno riferimento a domande presentate in autunno, visto che la prassi generalizzata è ormai quella del cosiddetto concordato “in bianco”. Con prenotazione avanzata subito e piano presentato solo successivamente.
Il termometro delle ammissioni segnala appunto questa febbre inizialmente abbastanza elevata. Che però inizia già a scendere con riferimento ai ricorsi, alle domande del primo quadrimestre dell’anno. Dove la diminuzione c’è sì, ma in maniera meno accentuata e, come detto, con segnali anche di inversione di marcia. Giovanni Negri

Foto del profilo di Andrea Gentile

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