DECRETO BANCHE: Via libera al decreto banche: il Senato vota la fiducia al governo (repubblica.it)

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Via libera al decreto banche: il Senato vota la fiducia al governo

La richiesta del ministro Boschi. Il testo approvato con le modifiche della commissione Finanze: allargata la platea dei rimborsi per gli obbligazionisti delle quattro banche salvate. L’ecobonus potrà esser ceduto agli istituti di credito

MILANO – Via libera al decreto banche: il Senato ha votato la fiducia posta dal governo come annunciato in Aula dal ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. E’ stato quindi approvato il maxiemendamento che recepisce tutte le modifiche arrivate al testo dal lavoro in commissione Finanze al Senato.

Le modifiche hanno allargato la platea dei risparmiatori che, travolti dal crac delle quattro banche, potranno accedere agli indennizzi automatici per gli investimenti andati in fumo con le obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche CariChieti, CariFerrara. Nell’iter di conversione del Dl banche, infatti, sono stati approvati alcuni emendamenti che di fatto, come ha precisato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, amplia ulteriormente una platea già peraltro considerata “amplissima”.

Ieri, Baretta ha ricordato che i due criteri già previsti per accedere all’indennizzo forfettario automatico dell’80% per gli obbligazionisti delle quattro banche – ovvero un reddito Irpef inferiore a 35.000 euro e un patrimonio entro i 100.000 – sono “indipendenti tra loro” e già questo determina di fatto che la platea interessata da tale misura sia “amplissima”. Ma la pletora dei rimborsati è stata di allargata ulteriormente grazie all’introduzione di due emendamenti. Il primo dei due ha sostanzialmente l’intento di dirimere una questione interpretativa sulla definizione del reddito. Quello inferiore ai 35.000 euro, che per legge avrà diritto all’indennizzo automatico, non è il reddito lordo, bensì il “reddito complessivo” ovvero – come ha spiegato la senatrice Pd Cecilia Guerra, prima firmataria dell’emendamento – la “somma di tutti i redditi che entrano nella dichiarazione Irpef prima delle imposte”. Per reddito lordo si intende invece “un concetto più ampio” che racchiude la somma di tutti i redditi, anche di quelli non tassati con l’Irpef, dunque vi rientrano ad esempio i redditi finanziari, il Tfr o gli arretrati di stipendio. “Il reddito complessivo è più favorevole al contribuente” ha tenuto dunque a precisare Guerra. In ogni coloro che in Italia non superano la soglia dei 35.000 euro di reddito Irpef sono la stragrande maggioranza: i contribuenti italiani “che dichiarano un reddito complessivo sotto i 35.000 euro sono l’88,7%” ha detto infatti la senatrice.

Il secondo emendamento, che come ha precisato Baretta “allarga ulteriormente la platea” di coloro che avranno accesso agli indennizzi, è quello che assume come anno di riferimento i redditi 2014 anziché quelli 2015. Si prevede poi che i rimborsi erogati dal fondo non siano soggetti “ad alcuna imposizione fiscale”, anche se non è passato come emendamento ma è stato trasformato in un ordine del giorno accolto dal governo. L’esecutivo dunque si impegna a valutare se inserire questa novità.

Novità anche nel rapporto banche-imprese. Nel caso di patto marciano, l’imprenditore che abbia gia rimborsato l’85% del finanziamento ricevuto avrà tre mesi in più di tempo per ‘sanare’ un eventuale inadempimento. Lo prevede un emendamento a firma Renato Turano (Pd), riformulato e approvato dalla commissione Finanze: la misura prevede infatti che l’inadempimento scatta non dopo nove ma dopo 12 mesi dal mancato pagamento di tre rate anche non consecutive. Il credito d’imposta relativo al bonus del 65% per interventi di efficienza energetica sostenuti dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016 di parti comuni degli edifici condominiali potrà essere ceduto, oltre che ai fornitori che hanno effettuato gli interventi, anche a “banche e intermediari finanziari”. E’ un’altra novità introdotta ieri sera con l’approvazione di un emendamento firmato da Gianluca Rossi (pd).

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