DDL CONCORRENZA: In Senato un regalo da 1,5 miliardi alle assicurazioni (Il Fatto Quotidiano)

IL FATTO QUOTIDIANO

Ddl Concorrenza. Un emendamento Pd, appoggiato dal governo,
cancella il danno morale dai risarcimenti per macrodanni e morte
In Senato un regalo da 1,5 miliardi alle assicurazioni

E’ l`ennesimo assalto da sei anni in qua, ma forse è quello decisivo: le compagnie assicurative, e i loro molti amici in Parlamento e al governo, potrebbero oggi incassare una vittoria che vale un miliardo e mezzo di euro l`anno. Dove prenderanno questi soldi? Agli assicurati Rc auto e, più precisamente, alle vittime di incidente stradale che subiscono danni gravi o muoiono. Come? Ironicamente, con un emendamento di quattro righe al “ddl Concorrenza”.
BREVE RIEPILOGO. I microdanni – quelli che da tabella valgono da l a 9 punti percentuali – sono già sistemati: il governo Monti ha provveduto a rendere praticamente impossibile dimostrare le microlesioni (tipo il famigerato “colpo di frusta”) e le compagnie hanno potuto pagare oltre un miliardo di premi in meno per quel capitolo (400 euro in meno ad assicurato in media). Sui danni gravi invece cioè dal 9% in su fino alla morte non c`è stato niente da fare: i giudici continuano ad usare le “Tabelle di Milano”, cioè quelle elaborate dagli esperti del tribunale milanese, unanimemente giudicate
(anche dalla Cassazione) scientificamente inappuntabili.
Qual è il problema? Secondo le compagnie costano troppo: quel capitolo nel 2014 valeva 5 miliardi e Ania, la Confindustria delle assicurazioni, prova a sforbiciarlo di circa un terzo da anni. La via scelta finora era sostituire alle Tabelle di Milano quelle preparate dal ministero dello Sviluppo, che diminuivano i risarcimenti tra il 30 e il 50% per cosette tipo la perdita di un braccio o la morte: al ministero, d`altronde, Ania è di casa al punto che a quelle tabelle lavorarono solo esperti vicini al mondo assicurativo. A farle entrare in vigore ci provò per primo Berlusconi, poi Monti, poi Letta e già una volta pure Renzi: ora si torna alla carica, ma il modo scelto è diverso.
La sede del tentativo, come detto, è il disegno di legge sulla Concorrenza: va ricordato che, sul capitolo Rc auto, il ddl era uscito da Palazzo Chigi già in “formato Ania”, cioè come volevano le assicurazioni. Nel passaggio alla Camera, però, una mezza rivolta dentro lo stesso Pd portò alla cancellazione delle norme più scandalose. In Senato, ora, ci riprovano e lo strumento è un emendamento presentato dal senatore Pd Francesco Scalia, segretario della
commissione Industria, ras del partito a Frosinone e avvocato che lavora anche nello studio Tonucci (che, spiega il sito, “assiste le principali compagnie assicurative”).
La proposta di modifica di Scalia è stata riformulata su richiesta di governo e relatori ed è dunque uno dei “segnalati” per l`approvazione. Uno dei relatori, sia detto per inciso, è Luigi Marino, senatore centrista, già capo delle cooperative bianche e di Alleanza delle cooperative, dove stanno pure quelle rosse, cioè Unipol, che insieme ad Allianz e Generali rappresenta i due terzi del mercato.
Ecco cosa ha scritto Scalia: “Quando sussista un danno biologico, l`ammontare complessivo del risarcimento riconosciuto è esaustivo del risarcimento di ogni danno non patrimoniale, incluso quello derivante dalla lesione di ogni diritto primario o costituzionalmente protetto della persona”.
Tradotto: viene eliminato quello che si chiama “danno morale”, che nella pratica vale tra il 25 e il 30% del risarcimento. In soldi sui 5 miliardi del capitolo macrodanni e morte significa uno sconto per le assicurazioni tra1,2 e 1,5 miliardi. Si ricorda che le compagnie non sono in perdita: il 2014 s`è chiuso con 6 miliardi di utili.
L`EMENDAMENTO Scalia verrà discusso oggi in una riunione tra governo
e maggioranza, tra le proteste di Associazione Vittime della Strada e avvocatura. I precedenti non lasciano ben sperare. Tra le modifiche approvate in commissione al Senato ce ne sono già un paio marca “Ania”: una impone
– solo all`assicurato – di presentare i suoi testimoni al momento della denuncia del sinistro (per la compagnia invece vale ancora il codice civile); un`altra consente alle assicurazioni di rinviare di 120 giorni il momento in cui il cliente può denunciarli se non vogliono risarcirlo. Il governo ha i
suoi motivi per trattare coi guanti le assicurazioni: la metà degli investimenti
delle compagnie, centinaia di miliardi, è intitoli di stato. Ania lo ricorda spesso. MARCO PALOMBI

Foto del profilo di Andrea Gentile

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