CONTROVERSIE: Controversie in tempi rapidi (Italia Oggi)

ITALIA OGGI
Parla Giovanni Giangreco Marotta membro della commissione ministeriale per la riforma delle Adr
Controversie in tempi rapidi
La definizione dovrà avvenire in massimo otto mesi
Sab. 23 – Una clausola in base alla quale le parti del contratto si obbligano ad effettuare prima un tentativo di mediazione civile e, in caso di mancata conciliazione, a sottoporre la controversia alla decisione di un arbitro. Obiettivo: definire una controversia in otto mesi al massimo. È la clausola cosiddetta multistep, la proposta forte che la commissione ministeriale per la riforma delle adr (Alternative dispute resolution) presenterà al ministro della giustizia Andrea Orlando dopo la chiusura dei lavori, prevista per il prossimo 30 settembre. Ad annunciarlo a ItaliaOggi è Giovanni Giangreco Marotta, membro della commissione ministeriale, presidente dell’organismo di mediazione civile e commerciale e Camera arbitrale «Primavera Forense», nonché presidente dell’Assiom (Associazione italiana degli organismi di mediazione).
D. Il ministro Orlando ha attivato una commissione di studio sulla riforma della mediazione civile e commerciale. Come interpreta questa iniziativa?
R. Iniziativa lodevole che nasce da una presa d’atto dello sviluppo positivo della mediazione civile in Italia. Ricordo che nella metà dei casi prospettati, in cui le parti siedono al tavolo della mediazione, si raggiunge un accordo. L’iniziativa del ministro, quindi, è tesa a favorire la formazione e lo sviluppo di una cultura della mediazione, agevolandone l’uso ed abbattendone i costi.
D. Quali sono le proposte su cui la Commissione sta lavorando?
R. Certamente l’affermazione della definitiva obbligatorietà della mediazione civile o, quantomeno, di una sua sostanziale proroga; maggiori materie oggetto della obbligatorietà; maggiori incentivi per chi ricorre all’istituto della mediazione; ulteriori proposte tese ad uniformare e rendere più omogenea la normativa; potenziamento dell’arbitrato e istituzionalizzazione della clausola multistep.
D. Che cos’è la clausola multistep?
R. È una clausola che, inserita nel contratto, prevede che le parti del contratto stesso si obblighino a effettuare prima un tentativo di mediazione civile e, in caso di mancata conciliazione, a sottoporre la controversia alla decisione di un arbitro. In questo modo si adotta una corsia di risoluzione delle liti alternativa al giudizio.
D. Quali sarebbero i benefici della clausola multistep per l’Italia?
R. Evidentemente una netta riduzione delle controversie sottoposte all’attenzione dei giudici con conseguente efficientamento del sistema giustizia italiano. Per le parti che adottano la clausola multistep, il risultato è la risoluzione veloce della lite a costi contenuti e predeterminati. Con la clausola multistep una controversia sarebbe definita nell’arco di sei/otto mesi al massimo.
D. Esistono probabilità che venga approvata?
R. Mi auguro proprio di sì. La clausola multistep può comunque essere utilizzata anche oggi, a prescindere da una sua precipua previsione normativa. Basta cercarla su internet e si trovano siti specializzati che la propongono. L’istituzione normativa potrebbe però garantire particolari benefici economici a chi la utilizza.
D. Quando chiuderanno i lavori della Commissione?
R. Entro il prossimo 30 settembre dobbiamo concludere i lavori, ma siamo già a buon punto e molto materiale è già quasi pronto.
D. Dopo sei anni la società civile ha recepito positivamente la funzione della mediazione civile?
R. Ad oggi in tutta Italia sono stati definite positivamente decine di migliaia di controversie e tantissimi cittadini, aziende e professionisti hanno avuto modo di conoscere gli effetti positivi della mediazione. Ma per una diffusa e radicata cultura della mediazione la strada da fare è ancora molta. Le statistiche del ministero della giustizia dimostrano come grazie alla mediazione sia diminuito sensibilmente il numero dei processi pendenti nei tribunali. Stiamo già risalendo la classifica che da troppi anni ci vede negli ultimi posti in Europa per l’efficienza del sistema giustizia. Francesco Barresi

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