CASSAZIONE: Spazio minimo nelle celle «3 metri a testa esclusi i letti» (Il Corriere della Sera)

IL CORRIERE DELLA SERA

Spazio minimo nelle celle «3 metri a testa esclusi i letti»

Condizioni di vita meno dure per i detenuti. Una lancia in favore di una maggiore «umanizzazione» nelle celle anguste è stata spezzata da una sentenza della Cassazione che ha accolto il ricorso di un detenuto italiano,
Alessandro S. di 53 anni, che ha protestato contro la decisione del magistrato di sorveglianza del Tribunale di Perugia che aveva giudicato in linea con i parametri della Corte europea dei diritti dell`uomo (Cedu), il calcolo dello spazio minimo vitale comprendendovi anche il letto a castello. Un parere
non condiviso dagli «ermellini» che ritengono che i detenuti hanno diritto
a meno compressione.
Secondo la Cassazione, infatti, il calcolo dello «spazio minimo individuale in cella collettiva» deve essere calcolato escludendo l`ingombro dei letti a castello oltre a quello dei mobili fissi. Un aspetto non irrilevante perché se lo
spazio libero è inferiore a tre metri quadrati, la detenzione rischia di essere
considerata «inumana».
«Finalmente la Cassazione mette la parola fine a una delle più surreali dispute
sul rispetto dei diritti fondamentali in carcere», ha commentato Stefano Anastasia, garante per i detenuti del Lazio. «Purtroppo, questa decisione arriva dopo centinaia di ricorsi archiviati, ma varrà per il futuro». Il verdetto della Corte fa seguito ad un`altra sentenza importante, la «Torreggiane> del 2013, emessa dalla Corte europea dei diritti dell`uomo che ha costretto l`Italia a elargire sconti di pena o risarcimenti ai detenuti reclusi in condizioni di sovraffollamento.

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile