CARCERI: Carceri, ecco perché l`Europa ha promosso l`Italia (L’Unità)

L’UNITA’

Carceri, ecco perché l`Europa ha promosso l`Italia
Misure alternative alla detenzione e nuove norme
sulla custodia cautelare: il Consiglio ha riconosciuto
i progressi frutto delle leggi introdotte negli ultimi anni

sab. 12 – Certo è ancora presto per dire che il problema è definitivamente risolto, ma il dato è comunque a suo modo storico: dopo tre anni da osservato speciale dell`Europa per l`annosa emergenza del sovraffollamento carcerario, l`Italia può finalmente dire di aver ritrovato la normalità e appuntarsi al petto
la medaglia di un lavoro che nei giorni scorsi ha ricevuto il plauso del Consiglio d`Europa per i risultati ottenuti sinora, e per gli impegni assunti dal governo «di continuare a lottare contro il sovraffollamento carcerario in
Solani modo da ottenere una soluzione definitiva del problema». A poco più
di tre anni dalla “sentenza Torreggiani” con cui l`8 gennaio 2013 la Corte di
Strasburgo dichiarava la violazione da parte del nostro Paese dell`articolo 3 della Convenzione che stabilisce il divieto di tortura, pene o trattamenti inumani o degradanti accogliendo così i sette ricorsi, presentati da persone
detenute nelle carceri di Busto Arsizio e di Piacenza dove scontavano
la pena in condizioni di oggettivo sovraffollamento, infatti, il Consiglio
d`Europa ha infatti deciso di chiudere il fascicolo aperto nei confronti dell`Italia per le condanne subite da parte della Corte europea per i diritti umani.
I numeri, del resto, spiegano meglio di qualsiasi parole come sia cambiata la
situazione carceraria italiana, soprattutto grazie agli effetti della legge che
disciplina l`esecuzione domiciliare delle pene detentive e delle nuove norme sulla custodia cautelare. Se pochi giorni prima della sentenza Torreggiani gli istituti di pena italiani ospitavano 65.701 detenuti a fronte di una capienza di 47000 posti censiti, oggi (i dati forniti dal Dap sono aggiornati al 29 febbraio) la popolazione carceraria è di 52.846 persone a fronte di una capienza totale di 49.504 posti. E se a settembre 2012 i detenuti in attesa di primo giudizio erano i119% del totale, oggi la percentuale è scesa fino al 16,5%. Un
cambiamento di orizzonte che l`Italia ha perseguito seguendo proprio le indicazioni date dalla Corte di Strasburgo che, nella sentenza Torreggiani, evidenziava la necessità di considerare l`introduzione di misure alternative alla detenzione e di ricorrere alla carcerazione come misura di ultima istanza. Secondo gli ultimi dati forniti dall`amministrazione penitenziaria, infatti, sono 18.5711 detenuti usciti dagli istituti per effetto della legge sulle misure alternative al carcere.
Il rapporto “Space”
A rendere giustizia agli sforzi fatti dall`Italia sono anche i dati contenuti nel rapporto “Space”, lo studio annuale condotto sin dal 2000 sui sistemi penitenziari dal Consiglio d`Europa. Lo studio ha evidenziato infatti che tra il 2013 e il 2014, anche se l`Italia aveva ancora un problema di sovraffollamento, la popolazione carceraria italiana ha avuto un calo record de117,8%, e che questa diminuzione è la più grande registrata nei 47 paesi monitorati. «Un risultato che è effetto delle leggi introdotte tra il 2013 e il 2014», ha spiegato Marcello Aebe, responsabile del progetto “Space”. Secondo le statistiche, inoltre, nel 2014 l`Italia si collocava in undicesima posizione in relazione al sovraffollamento carcerario, passando da 148 persone detenute per 100 posti disponibili nel 2013 a 110 dell`anno successivo. Secondo il rapporto “Space”, inoltre, nel 2014 l`Italia registrava anche una delle percentuali più alte di persone trattenute in carcere senza una condanna definitiva, 31,7% a fronte di una media Ue del 24, 2%. Peggio del nostro paese Andorra (79.2%), San Marino (75%), Monaco (67.9%), Albania (51.9%), Olanda (42.8%), Svizzera (39.4%), Danimarca (38.8%), Liechtenstein (37.5%) e Lussemburgo (37%).
«La decisione del comitato dei ministri di chiudere il monitoraggio sull`esecuzione della sentenza Torreggiani è un risultato molto importante
per l`Italia – commentava nei giorni scorsi l`ambasciatore Manuel Jacoangeli,
rappresentante del nostro paese presso il consiglio d`Europa – e va intesa come un segnale` a un Paese che davanti a una sentenza complessa ha reagito in maniera estremamente rapida in un settore difficile».
Una soddisfazione espressa anche dal ministro della Giustizia Andrea Orlandi. «L`Italia da maglia nera per il sovraffollamento carcerario
diventa modello per gli altri Paesi – ha commentato – una notizia che mi riempie di orgoglio e soddisfazione, ma non di appagamento. È stato apprezzato il lavoro che abbiamo fatto, le riforme adottate e quelle in itinere e i risultati raggiunti.
C`è tanto lavoro ancora da fare per rendere la pena aderente al dettato costituzionale, ma sono fiero di aver contribuito di evitare un`onta al nostro Paese».
Molta strada ancora da fare In effetti, aldilà del “semplice” dato numerico, c`è ancora molto da fare. Lo dimostrano, ancora una volta, i numeri “scorporati” del Dap che fotografano ancora situazioni emergenziali in molte strutture italiane. Da Sulmona (456 detenuti per 304 posti) a Poggioreale (1919 persone, su una capienza di 1.640), da Secondigliano (1.312 detenuti
contro una capienza di 897), da Latina (146 persone in 76 posti) a Regina Coeli (868 detenuti, 624 posti disponibili).
Dat per cui il nuovo garante nazionale dei detenuti Mauro Palma, scomoda
addirittura la statistica di Trilussa. «Quando si dice che in Italia c`è un livello di affollamento ragionevole, perché su 100 posti ci sono 1037génuti, non si
dice del tutto il vero. Se ho 40 posti liberi in una sezione femminile, non ci posso trasferire una struttura maschile. Se ho dei posti liberi in alta sicurezza, non ci posso trasferire un detenuto di media sicurezza. Noi avevamo 100 posti e 150 detenuti. Siamo scesi, sono contento, ma non mi basta assolutamente. Il problema del sovraffollamento ancora c`è. Non è patologico, ma dobbiamo ancora lavorare».

I numeri che cancellano l`emergenza

65.701
detenuti a dicembre 2012 a fronte di una capienza totale di 47000 posti circa. Questa la situazione pochi giorni prima della sentenza Torreggiani
della Corte di Strasburgo.

52.846
la attuale popolazione. I dati dell`amministrazione penitenziaria sono aggiornati al 29 febbraio scorso. La capienza totale degli istituti, ad oggi, è di 49.504 posti.

16,5%
in attesa di primo giudizio. A dicembre 2012 la percentuale era del 19%. Una
diminuzione frutto delle nuove norme sulla disciplina della custodia cautelare.

40mila
accessi a misure alternative. Nel dicembre 2012 i detenuti
che avevano accesso alle misure alternative erano 21mila. Era una delle raccomandazione della Corte di Strasburgo.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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