ASSOCIAZIONI: Il movimento fondato dalla Chirico presentato all`ambasciata Usa (Il Giornale)

IL GIORNALE

L`iniziativa
Il movimento fondato dalla Chirico presentato all`ambasciata Usa
Nasce l`associazione per il diritto alla difesa
Dentro «Fino a prova contraria» anche ex pm ed editori

E Una cornice di lusso: Villa Taverna, sede dell`ambasciata americana a
Roma. E a tavola ospiti prestigiosi e assortiti chiamati dal padrone di casa,
l`avvocato John R. Phillips: dall`ex ministro Paola Severino al patrono del
Riso Gallo, l`imprenditore Mario Preve. Così ha spiccato il volo «Fino a
prova contraria», Until proven guilty, il movimento che Annalisa Chirico,
giornalista e scrittrice, ha lanciato con uno scopo ambizioso, anzi temerario
visto il Paese in cui siamo: riformare la giustizia e alzare l`asticella dei diritti
ad un`altezza accettabile. L`Italia arranca e sta perdendo due battaglie in
un colpo solo: la presunzione di innocenza, che pure è scolpita nella Costituzione, si trasforma spesso in presunzione di colpevolezza e in dosi massicce di carcere preventivo. Il risultato paradossale è quello enunciato da
Carlo Nordio con una battuta fulminante: «In Italia si entra in cella quando
si è innocenti e si esce quando si diventa colpevoli». Alla compressione
dei diritti fondamentali si aggiunge la farraginosità dei procedimenti che si
trasformano in dispute contorte e interminabili.
Così gli investimenti non arrivano perché gli imprenditori e gli investitori stranieri hanno paura di affondare in queste sabbie mobili del diritto. L`Italia, per fare un esempio, potrebbe essere la seconda o la terza calamita per i soldi targati Usa e invece questa incertezza ci spinge giù all`ottavo posto di questa vergognosa classifica. Basta. Dopo vent`anni anni di chiacchiere e di mezze riformette è ora di dare una scossa all`albero malandato. Chirico (firma del Giornale e di Panorama) e i suoi amici, fra cui personaggi come Edward Luttwak, punta su due direttrici per cambiare il sistema: raccontare tante storie di malagiustizia, con un forte presenza sui social network, e contemporaneamente spingere sui parlamentari con un`azione di lobby per promuovere leggi in linea con questo garantismo sprint. Il ventaglio delle proposte è articolato e dettagliato, come si ricava dal sito appena aperto: meno carcere, anzi custodia cautelare solo come extrema ratio, ma nello stesso tempo certezza della pena. E poi separazione delle carriere e processi rapidi, che si tratti di un fallimento o di una truffa.
Insomma, dopo le furibonde battaglie degli anni scorsi, siamo ad un garantismo 2.0. E a una giustizia smart, capace di far marciare insieme diritti e pil.
Garanzie per le persone e certezze per le imprese. Un programma di buonsenso e invece, come spiega Chirico, animatrice e presidente del movimento, «i tentativi di cambiamento sono naufragati perché la giustizia era un tabù». Ora la partita si riapre, almeno nelle intenzioni dei promotori, con un`azione a tenaglia: una sorta di catechesi popolare che passa attraverso la narrazione dei tanti, troppi disastri avvenuti nelle aule dei tribunali; poi il
pressing sulla classe politica perché metta mano a tutto l`impianto giudiziario: dal Csm al tribunale della famiglia.
Il parterre che sostiene il progetto è svincolato dalle vecchie logiche
destra-sinistra e comprende figure assai diverse: l`imprenditore Giuseppe
Cornetto Bourlot, l`ex magistrato Piero Tony, Luca de Michelis (Marsilio) e
Pietro Donnini (Dotmedia) in ottimi rapporti con il premier Matteo Renzi.
Chissà se questa compagnia riuscirà in un`impresa fin qui impossibile. Stefano Zurlo

Foto del profilo di Andrea Gentile

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