ADOZIONI: Costi, burocrazia, tempi: dal 2010 a oggi dimezzati gli arrivi (Il Corriere della Sera)

IL CORRIERE DELLA SERA

Costi, burocrazia, tempi: dal 2010 a oggi dimezzati gli arrivi

Dati in rosso. La crisi, per le adozioni, continua. I bambini stranieri che si stima siano entrati in Italia nel 2015 sono la metà rispetto al 2010, dai 4.130 di allora ai 2.010, secondo la denuncia di Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l’Infanzia. Tra le cause dell’andamento negativo, la deputata indica i costi, fino a 35-40 mila euro, il peso «opprimente della burocrazia», i tempi lunghi di attesa. Tre coppie su 10 aspettano più di due anni, quasi due su 10 anche quattro, calcolando l’iter necessario per il certificato di idoneità e l’ingresso in casa del figlio. Questa la normalità. Senza contare incidenti di percorso drammatici, come il caso della Repubblica democratica del Congo. Una cinquantina di piccoli, già con cognome italiano, a tre anni dall’abbinamento, devono ricongiungersi alle loro nuove famiglie lasciate sole, senza notizie. Nei mesi scorsi, a scaglioni, sono giunti da Kinshasa i primi 50 bimbi rimasti bloccati nel Paese africano dopo lo stop del governo che ha voluto rivedere i singoli dossier. Gli enti incaricati di seguire le pratiche e le coppie chiedono una svolta. La speranza è Maria Elena Boschi nominata nell’ultimo consiglio dei ministri presidente della Commissione adozioni internazionali, finora retta da Silvia Della Monica, slittata alla vicepresidenza. All’origine del ricambio al vertice forse c’è proprio la tensione che si è venuta a creare in seguito al caso Congo, gestito in un modo che sembra aver creato attriti anche interni. Marco Griffini, fondatore dell’associazione l’Aibi (Amici dei bambini), denuncia inoltre «la fuga delle famiglie». Calano le coppie che aprono la porta a un bimbo straniero: sono la metà.
Altro capitolo le adozioni nazionali, in carico ai tribunali minorili. Anche qui situazione in stallo. Trovano casa mediamente un migliaio di minorenni. Trecento restano in istituto: i più difficili. Fulvia Tonizzo, presidente associazione Anfaa (famiglie adottive e affidatarie) pretende chiarezza: «Per ogni bambino disponibile, 10 coppie in attesa. Manca il sostegno per il dopo, ad esempio l’inserimento a scuola». Margherita De Bac

Foto del profilo di Andrea Gentile

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