UFFICI GIUDIZIARI: I tirocinanti cinquantenni nei tribunali veneti (rassegna.it)

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Il caso
I tirocinanti cinquantenni nei tribunali veneti
Settanta ex lsu a 400 euro al mese dopo aver perso il lavoro. Passano da anni da un progetto all’altro, senza sicurezze. A novembre il tirocinio scade e rischiano il baratro. La vicenda sollevata dalla Fp Cgil regionale

Settanta cinquantenni agli uffici giudiziari del Veneto con 400 euro al mese, dopo aver perso il lavoro. Operano lì da anni, passando da un “progetto” all’altro ed addirittura per una selezione. A novembre il loro ‘tirocinio’ scade. E nel frattempo viene firmato un un accordo tra governo e regione che assegna temporaneamente 70 dipendenti regionali agli stessi uffici giudiziari.
E’ una situazione che sta diventando sempre più preoccupante. È uno dei tanti casi di lavoro mascherato a carico delle risorse pubbliche che abbiamo raccontato nella nostra recente inchiesta, e sulla quale la Funzione pubblica Cgil del Veneto ha puntato i riflettori con una lettera aperta al ministro della giustizia, alla regione e alle autorità giudiziarie.
“Negli uffici giudiziari operano da anni 70 tirocinanti le cui sorti sono del tutto aleatorie – scrive la segretaria regionale Fp Assunta Motta -. Si tratta di lavoratori cinquantenni, espulsi da aziende in crisi, entrati nel 2010 come lavoratori socialmente utili, quindi inseriti in un Progetto Formativo, poi in un Progetto di perfezionamento ed, infine, vincitori di una selezione ministeriale per accedere all’Ufficio di Processo con una retribuzione di 400 euro al mese”.
“Ma è vita questa?”, si chiede il sindacato. Che poi apre scenari inquietanti sul loro futuro: “Che ne sarà di loro a fine novembre con la conclusione dell’attuale tirocinio? Perché non riconoscere dignità a queste persone che hanno acquisito professionalità e il cui lavoro è apprezzato e riconosciuto dagli stessi dirigenti?”
Assunta Motta chiede una soluzione concreta per dare a questi lavoratori l’opportunità di essere finalmente contrattualizzati: “In questo periodo i lavoratori hanno apportato un aiuto considerevole per un’Amministrazione che soffre una importante carenza di organico. Ora, dopo un lungo periodo di precarietà, sono a disposizione e pronti per proseguire il loro lavoro nelle cancellerie. Sarebbe assurdo e illogico perdere queste risorse già formate in un momento storico di sofferenza economica e sociale, come quella che stiamo vivendo, e in considerazione che anche per il prossimo anno l’Amministrazione subirà una ulteriore carenza di organico per il pensionamento di un numero consistente di personale giudiziario”.
Una soluzione, secondo il sindacato, potrebbe essere “l’esigibilità concreta del percorso che la Regione stessa, nell’incontro tenuto a settembre 2015, si era formalmente impegnata ad intraprendere”, con il reperimento di fondi europei per possibili soluzioni “finalizzate a garantire continuità e stabilità, anche attraverso diverse forme di rapporto lavorativo”.
“Non vorremmo – conclude la lettera – che a fine novembre, con la conclusione dell’attuale tirocinio, la strada di questi lavoratori fosse il baratro. Nell’ultima Legge di stabilità si prevede una probabile proroga del tirocinio ma non si può vivere di tirocinio, senza tutele, senza previdenza, senza alcun diritto e con 400,00 euro mensili”.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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