IL MATTINO

Tribunale inagibile, inizia la corsa contro il tempo
Indetto per il 4 marzo nuovo vertice sul problema della staticità La questione va risolta entro il 2016

Santa Maria C.V. Solo nove mesi di tempo per iniziare i lavori per scongiurare pericoli sismici, oppure affidarsi ad una nuova perizia sulla staticità dell’edificio. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in particolare la sede centrale – dove sono ospitate, tra l’altro, aule d’udienza del settore penale e gli uffici della Procura della Repubblica – rischia la chiusura per «allarme staticità» in assenza di una concreta soluzione che fino a oggi non si intravede. Un allarme lanciato nel luglio dello scorso anno proprio dalla presidente di Palazzo di Giustizia, Maria Rosaria Cosentino; ribadito dal presidente della Corte di Appello nella relazione letta in occasione della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario e sottolineato ancora una volta nell’ultima conferenza permanente circondariale del 9 febbraio scorso, dove si è parlato di «pochi mesi di vita» dello storico Palazzo di Giustizia.
Un problema di non poco conto che ha spinto il Consiglio dell’Ordine degli avvocati, presieduto da Carlo Grillo su relazione del consigliere Alessandro Diana – a convocare una conferenza aperta alla stampa, alla quale sono stati invitati tutti i rappresentanti istituzionali, associazioni e parlamentari della provincia di Caserta e tutti quelli che hanno a cuore il destino degli uffici giudiziari sammaritani.
L’appuntamento è per il 4 marzo alle ore 11 nella sede dell’ordine forense così come da delibera del Consiglio sulla «staticità del tribunale»: nel documento si ricordano le proteste a vuoto degli avvocati, le definizioni adottate in passato per il tribunale e per il territorio (gli Spartacus, Palazzo di giustizia Rischio stabilità le Terre delle acque dei fuochi, i modelli Caserta) e il disinteresse, oramai visibile, per il Tribunale con oltre 200 anni di storia che ha dato lustro al foro e gli sforzi dell’ avvocatura e dei vertici degli uffici giudiziari.
Un appello non nuovo da parte degli avvocati, contenuto peraltro in una relazione presentata per il congresso dell’Oua (organismo dell’avvocatura) a firma della consigliera-segretario dell’ordine Angela Del Vecchio che ha anche chiesto al ministro di Giustizia di comunicare una data disponibile per una riunione tecnica. Un quadro a tinte fosche quello dell’edilizia giudiziaria: oltre alla prossima scadenza del certificato di agibilità della sede centrale penale, connessa al pericolo sismico, c’è la conclusione senza una data certa dei lavori dell’ex Caserma Mario Fiore (non prima di due anni) che dovrebbe ospitare il settore civile mentre sembrano in dirittura di arrivo, ma senza una data certa, quelli all’edificio dell’ex Municipio (palazzo Cappabianca) che dovrebbe ospitare Procura, ordine forense e ufficio notifiche.
Ma la scadenza del novembre 2106 è, al momento, una questione non da poco perché, entro quella data, è necessario iniziare i lavori di adeguamento e di rafforzamento della struttura: la questione finì peraltro al centro di un tavolo tecnico della Prefettura di Caserta dove a suo tempo ci furono incontri senza precisi esiti tant’è che del problema è stato fu investito direttamente il presidente della Corte di Appello. L’annuncio «choc», la presidente Cosentino, l’aveva dato il primo luglio del 2015 durante una riunione pomeridiana nella biblioteca del Palazzo di Giustizia, alla presenza di una ventina di addetti ai lavori (giudici, avvocati, dirigenti, sindaco): «Se non inizieranno i lavori per risolvere la situazione di pericolo descritta in una perizia tecnica, potrò essere costretta a chiudere il tribunale». Nella riunione con i vertici che ne seguì, si discusse della perizia affidata al professor Gianfranco De Matteis nella quale si paventa un serio pericolo di staticità e l’urgenza dei lavori per un totale di spesa di 20 milioni di euro: il tutto da risolversi entro il novembre del 2016. Biagio Salvati