RIFORME GIUSTIZIA: Prescrizione «abbinata» alle intercettazioni, sì unanime (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Giustizia. Via libera in commissione al Senato al testo unificato con il processo penale – Ma Ncd avverte: sul merito restano le distanze
Prescrizione «abbinata» alle intercettazioni, sì unanime

ROMA. Sì unanime (anche delle opposizioni), in commissione Giustizia del Senato, all’abbinamento della prescrizione al ddl di riforma del processo penale, che fra l’altro contiene anche la delega sulle intercettazioni. Il testo unificato, però, sarà presentato soltanto la prossima settimana. Poi verrà fissato un termine per gli emendamenti che, considerata la mole del provvedimento (42 articoli), si preannunciano numerosi. A Palazzo Madama si fanno due conti e, anche gli uffici, prevedono che «nella più ottimistica delle previsioni», l’articolato non andrà in Aula prima della fine di giugno. Sempre che, ovviamente, non scatti qualche “tagliola” (sui tempi, sugli emendamenti) per far approvare il testo in commissione prima delle elezioni amministrative del 5 giugno, così da presentarsi «con le carte in regola». Cioè con un testo che, pur essendo frutto di un compromesso (qualcuno parla di «inciucio») su temi delicati e divisivi – come prescrizione, intercettazioni, indagine breve del Pm, aumento delle pene per i furti e così via – può essere speso come risposta politica anche all’emergenza della corruzione.
«Vedo un avvicinamento di posizioni e credo ci siano tutte le condizioni per affrontare complessivamente tutti i dossier che erano sul tavolo della commissione – dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando -. La decisione di abbinare la prescrizione al ddl sul processo penale è già un passo in quella direzione: è un fatto che una cosa che era stata messa in coda adesso sale sul treno che stava già andando». Raffredda l’ottimismo il capogruppo di Ap-Ncd al Senato, Renato Schifani, secondo cui «le distanze restano immutate». «Condividiamo l’esigenza di accelerare il provvedimento – spiega – ma siamo contrari a dilatare la prescrizione come nel testo della Camera, tanto è vero che lì non lo abbiamo votato». Le distanze riguardano il merito, insomma. E tuttavia Ap-Ncd – come peraltro tutte le opposizioni – ha votato l’abbinamento per mandare quel «segnale» richiesto dal premier Renzi dopo le polemiche con Davigo, le più recenti inchieste giudiziarie e, ieri, il richiamo del Capo dello Stato sull’emergenza corruzione.
Per «accelerare», però, si è scelto all’unanimità, non di far ripartire il treno del ddl sulla prescrizione, ma di far salire quest’ultima sul treno di 35 vagoni della riforma del processo penale. Dove non manca la materia del contendere. Eppure, sebbene fosse bloccato per le divisioni tra Ncd e Pd (ma anche all’interno del Pd), il ddl sulla prescrizione era comunque già arrivato a una prima fermata, poiché erano stati presentati gli emendamenti ai 6 articoli del testo approvato dalla Camera, che aspettavano di essere votati, ovviamente previo accordo politico nella maggioranza, mai raggiunto. Anche adesso sul merito non è stato ancora trovato un accordo, in particolare sulla conferma o meno dell’aumento dei termini di prescrizione per almeno tre reati contro la pubblica amministrazione – corruzione propria (18 anni), corruzione impropria (11 anni), corruzione giudiziaria (22) – per i quali la Camera aveva deciso, appunto, una prescrizione più lunga. Troppo lunga, secondo Ncd, che proponeva aumenti più limitati e che ora chiede di tornare all’impianto iniziale del ddl del governo sulla prescrizione, tanto più dopo l’aumento delle pene introdotto dalla legge anticorruzione, che allunga anche i termini di prescrizione. Così anche i verdiniani di Ala.
Il ddl del governo non ha mai previsto una prescrizione «più lunga». I tre anni “in più” non sono un aumento dei termini, ma solo il totale della sospensione (2 anni in appello e 1 anno in Cassazione) prevista dopo un’eventuale sentenza di condanna di primo grado. Una soluzione ritenuta insufficiente dall’Anm, perché non impedisce di «vanificare» il lavoro dei magistrati. Ma i relatori Giuseppe Cucca e Felice Casson (Pd) non ripartiranno da lì, bensì dal testo della Camera, che confluirà nel Ddl sul processo penale insieme a quello sul rito abbreviato. Quella sarà la base di partenza delle tappe successive. Donatella Stasio

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