PROFESSIONI: Obblighi inutili e contrari alle indicazioni Fmi (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

 

 

INTERVISTA GERARDO LONGOBARDI PRESIDENTE CNDCEC

Obblighi inutili e contrari alle indicazioni Fmi

 

 

Adempimenti sempre più complicati e costosi che colpiscono solo gli onesti, lasciando indenni gli evasori. Una constatazione amara quella con cui Gerardo Longobardi spiega l’adesione del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec), di cui è presidente, alla manifestazione che si terrà domani a Roma.

Quali sono le ragioni della protesta? Il Consiglio nazionale si è seduto al tavolo delle semplificazioni voluto dal ministero in maniera costruttiva e abbiamo anche ottenuto risultati importanti, come l’eliminazione degli studi di settore o la moratoria fiscale estiva. Ma poi, quando si è trattato di introdurre un aggravio pesante come lo spesometro trimestrale nessuno ce lo ha comunicato. I commercialisti sono il collettore sano del rapporto fra cittadini e imprese: abbiamo educato i clienti a pagare le imposte. È una professione che non merita questo trattamento.

In Italia, il tax gap sull’Iva (cioè la differenza tra quanto dovuto dai contribuenti e da quanto effettivamente incassato dall’erario), nel 2014, secondo il ministero dell’Economia, è arrivato a 40,2 miliardi. I nuovi obblighi non servono per contrastare questo fenomeno? Il problema non sono tanto le comunicazioni relative alle liquidazioni trimestrali Iva, che ci vengono chieste dall’Europa. La vera assurdità è la richiesta analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute. L’esigenza di anticipare i controlli è già soddisfatta dalle dichiarazioni periodiche Iva che permetteranno un riscontro più veloce della correttezza e della tempestività di versamenti e compensazioni. Ma la comunicazione analitica dei dati delle fatture non è prevista da nessun Paese a economia avanzata e va contro le indicazioni sia del Fondo monetario internazionale che raccomanda di ridurre le quantità di informazioni richieste e di domandarle in forma aggregata e non analitica. Tutto il contrario di quello che ha fatto il governo con il Dl 193. La verità è che chi ha nel Dna l’evasione non viene colpito da queste misure, che peseranno solo sugli onesti.

Il governo prevede però di ottenere un aumento di gettito di 2,1 miliardi nel 2017 e di 4,2 nel 2018… Non so proprio chi possa aver fatto questa previsione. Il problema è stato proprio questo: iscrivere in bilancio somme che, molto probabilmente, non verranno mai incassate. Ho l’impressione che queste relazioni vengano redatte solo per inviarle a Bruxelles.
E come si contrasta l’evasione? L’agenzia delle Entrate ha milioni di dati a disposizione. Basterebbe incrociarli. E invece si continuano a scrivere provvedimenti basati sul presupposto che la maggior parte delle imprese si comporti in modo disonesto. Ma non è così. Il 98% dell’imprenditoria è sana e opera in maniera corretta.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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