PROCESSO PENALE: Senato, battaglia estiva sulla prescrizione (l’espresso.it)

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Senato, battaglia estiva sulla prescrizione
Continua sottotraccia il braccio di ferro tra Pd e Ncd sulla riforma del processo penale. In Senato, il sì al ddl sugli enti locali fa tirare un sospiro di sollievo alla maggioranza. Ma una soluzione allo stallo non si è ancora trovata. E in commissione Giustizia ci sono da votare 700 emendamenti in una settimana

Settecento emendamenti da votare in una settimana, in commissione Giustizia al Senato. E un accordo politico da trovare in tempi brevi, tra il ministro Andrea Orlando ed il leader Ncd Angelino Alfano. Mentre ferve il dibattito sul referendum, e la maggioranza tira un sospiro di sollievo per l’approvazione del ddl sugli enti locali, in Senato si sta combattendo sottotraccia una battaglia che avrà il suo apice, e dovrà trovare una soluzione, prima della pausa estiva. E’ quella sulla riforma del processo penale, provvedimento-monstre che contiene molte e importanti novità, come quelle sul sistema penitenziario, ma anche temi da sempre divisivi nella maggioranza, come le intercettazioni e la nuova prescrizione.

Prima dell’ultima tornata elettorale, dal governo è arrivata una spinta a far presto. Per evitare che quello che è uno dei principali biglietti da visita del governo Renzi sul fronte giustizia, la più imponente opera di ingegneria politica del Guardasigilli, finisca persa nei corridoi del parlamento. La spinta non è finora bastata. Il ministro Orlando confida, auspica, e naturalmente media. La soluzione a detta di molti è dietro l’angolo: tuttavia, non si è ancora trovata un formula che permetta di superare lo stallo che sin qui ha opposto il Pd al suo alleato di governo, l’Ncd, contrario fra l’altro alla formula del doppio stop (dopo il primo grado e dopo l’appello) della prescrizione, ma in fondo a troppe cose.

Adesso però si entra nel vivo. Perché il calendario appena approvato dalla conferenza dei capigruppo, su richiesta del Pd, stabilisce che la riforma del processo penale andrà in Aula al senato il 26 luglio, anche se la commissione Giustizia non dovesse aver concluso i lavori, cioè votato i settecento e passa emendamenti che in questi giorni sono ancora in fase di illustrazione. E’ un modo per saltare l’ostruzionismo che sin qui hanno fatto i centristi: lo stesso, peraltro, che si escogitò ai tempi del ddl sulle unioni civili. Se, come è possibile, la commissione non dovesse farcela, significherà portare la riforma in Aula senza relatore, e nella versione originale della Camera. Per poi aggiungere, via emendamenti del governo, tutto ciò che serve, a partire appunto dalla nuova prescrizione. L’argomento, e la fase della legislatura, non consigliano ulteriori grossi strappi: per questo la faccenda resta sottotraccia, e nessuno alza i toni. Il sottobosco è il terreno migliore, per trovare un compromesso. Susanna Turco

Foto del profilo di Andrea Gentile

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