PREVIDENZA: Le Casse per l’economia reale (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

L’indagine di ItaliaOggi sulle iniziative economiche degli enti a fronte del credito d’imposta
Le Casse per l’economia reale
Spiccano le infrastrutture tra gli investimenti agevolati

Le infrastrutture piacciono agli enti di previdenza. Tutte le casse, infatti, hanno scelto di potenziare gli investimenti in questo settore a fronte della possibilità di usufruire del credito di imposta introdotto dalla legge di stabilità 2015 a parziale compensazione dell’aumento impositivo sui rendimenti finanziari (passato dal 20% al 26% per le casse e dall’11,5% al 20% per i fondi pensione).
Misura per la quale il governo ha messo a disposizione 80 milioni di euro annui a partire dal 2016. A seguire, poi, uno sforzo non di poco conto è stato fatto a sostegno delle piccole e medie imprese. Dagli investimenti per lo sviluppo di processi tecnologicamente avanzati al sostegno diretto, gli enti hanno dato prova a suon di milioni di euro di essere pronti a dare il loro contributo all’economia reale. A meno di 24 ore dal termine ultimo per richiedere il tax credit all’Agenzia delle entrate, l’indagine condotta da ItaliaOggi mostra come, eccezion fatta per pochi enti di previdenza che hanno scelto di investire in settori per i quali l’agevolazione fiscale non è prevista, tutte le casse si sono dimostrate inclini a investire nel settore infrastrutturale. Una macro area all’interno della quale sono ricompresi tali e tanti sottogruppi (turismo, cultura, ambiente, strade, ferrovie, porti, aeroporti, telecomunicazioni, energia e sanità) da aver dato la possibilità agli enti di scegliere l’ambito a loro più congeniale. I dati raccolti mostrano, poi, come per gli enti orbitanti nel settore sanitario e non solo, gli investimenti in healthcare siano stati prioritari. La quasi totalità degli 81 mln di euro investimenti messi in campo da Enpam, infatti, ha avuto a oggetto quote di fondi o di strutture inerenti il settore strettamente sanitario. Non così marcata, invece, il valore degli investimenti di Enpaf che nel settore farmaceutico, a fronte di 29,83 mln di investimenti complessivi, ha destinato 3,8 mln di euro. Un ruolo importante, inoltre, lo ha rivestito il settore energetico che, con importi variabili a seconda delle disponibilità degli enti, ha visto il coinvolgimento di Enpaf, della Cassa del notariato, di Enasarco, di Epap e di Enpapi.
Un impegno economico, quello degli enti di previdenza nel 2015, messo in campo quasi a scatola chiusa visto e considerato che il decreto ministeriale che ha reso nota la prima versione dell’elenco dei settori di investimento ammessi ad usufruire dell’agevolazione è arrivato ad estate inoltrata, a più di sei mesi di distanza dalla legge n. 190/2014. Ritardo a cui si è aggiunta, nei mesi, l’incognita legata non solo ad una richiesta di chiarimenti inoltrata all’Agenzia delle entrate in merito ai settori di investimento, ma anche ai criteri di calcolo per ottenere l’agevolazione (si veda ItaliaOggi di ieri). Elementi che, come nel caso della Cassa nazionale del notariato, hanno portato a «un approccio prudenziale nella interpretazione della disciplina normativa» e che hanno fatto sì che, nelle settimane precedenti il presidente dell’Adepp (l’Associazione che racchiude gli enti di previdenza privati) Alberto Oliveti, sia arrivato a ipotizzare di destinare gli 80 mln, di credito d’imposta previsti, alla defiscalizzazione delle prestazioni assistenziali pure per non fare andare perso lo stanziamento da parte dello stato. Resta, inoltre, ancora aperto il nodo relativo all’agroalimentare, originariamente non previsto tra i settori di investimento destinatari del credito di imposta, ma che come nel caso dell’Eppi è stato scelto «nell’ottica della diversificazione del rischio e nell’individuazione di forme alternative di investimento che consentissero rendimenti superiori e meno volatili rispetto a quelli che attualmente si otterrebbero investendo nei cosiddetti mercati tradizionali: azionario e obbligazionario». Una mancanza alla quale il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e il ministero dell’ambiente starebbero pensando di porre rimedio. I numeri uno dei dicasteri, infatti, avrebbero avviato un confronto sul punto con il ministero dell’economia e delle finanze. Beatrice Migliorini

Foto del profilo di Andrea Gentile

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