PARLAMENTO: Il Parlamento riparte da concorrenza e assestamento (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

L’agenda della ripresa. Il Senato è il più ingolfato: all’esame dell’Aula anche il binomio della riforma del processo penale-prescrizione
Il Parlamento riparte da concorrenza e assestamento

Lun.12 – ROMA. Il Senato rispolvera la class action e intanto punta tutto e subito su concorrenza, giustizia, lavoro autonomo, editoria, assicurazioni per i medici. Ma rilancia anche argomenti politicamente sensibili come il diritto di cittadinanza e la legge sulla tortura che la destra ha cercato di bloccare a luglio col pretesto di una difesa estrema delle forze dell’ordine coinvolte nelle violenze del G8 di Genova di 15 anni fa. La Camera risponde al momento con meno ambizioni, dall’assestamento del bilancio 2016 al recente decreto sull’età pensionabile dei magistrati fino ai trials clinici dei farmaci, ma si prepara a ospitare in prima battuta la madre di tutte le leggi, la manovra 2017.
Quasi 1.250 giorni e 244 leggi dopo l’avvio della Legislatura, Camera e Senato stanno per affrontare un autunno politicamente scottante. Esauriti 40 giorni di riposo, il Parlamento riapre da domani anche i portoni delle due assemblee dopo l’avvio soft dei lavori in un pugno di commissioni. Una ripresa che si annuncia in salita, soprattutto al Senato che ha il calendario più ricco e complicato. Aspettando naturalmente che la legge di bilancio 2017 arrivi alla Camera (entro il 20 ottobre) e che sia avviata la sessione di bilancio, con l’altra partita clou per il Governo del referendum sulle riforme che inasprirà i rapporti politici e che inevitabilmente si rifletterà sui lavori parlamentari.
Intanto sono almeno una decina le leggi più attese e che in queste settimane dovrebbero accelerare il cammino. Alcune nei cassetti perfino da più di mille giorni (rischio clinico, 1.095), da 933 (trials clinici), 639 (processo penale e prescrizione). O perfino eredità come “collegato” alla manovra 2015 (processo civile). Insomma, non mancano le attese e le promesse da mantenere.
Il più ingolfato è il Senato, dove sono già nell’agenda dell’aula i principali provvedimenti. La nuova legge di sostegno all’editoria e il binomio riforma del processo penale-prescrizione (al test della verifica dell’accordo di luglio) sono in aula da martedì. Per le altre si troverà via via il calendario preciso: concorrenza, lavoro autonomo, spettacolo, diritto di cittadinanza, tortura. L’obiettivo è di chiudere l’intero pacchetto prima dell’arrivo dalla Camera della legge di bilancio, dopo la metà di novembre se alla Camera la manovra non troverà inciampi o imprevisti, a dispetto del voto di fiducia che il Governo non mancherà di porre, come è ormai consuetudine da parecchie manovre a questa parte. Fatto sta che tutti i provvedimenti licenziati dal Senato dovranno tornare alla Camera spesso in terza lettura, e qui sperare che – licenziata la legge di Bilancio 2017 – possano essere approvate definitivamente nella finestra compresa tra i pochi giorni di novembre a disposizione e le settimane di lavoro di dicembre. Impresa non facile, col risultato di dover fare altri straordinari anche l’anno prossimo. Referendum permettendo. Roberto Turno

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