MAGISTRATI: Referendum, il Csm frena le toghe: sono vietate le campagne politiche (Il Corriere della Sera)

IL CORRIERE DELLA SERA

Referendum, il Csm frena le toghe:
sono vietate le campagne politiche
L`invito alla cautela di Legnini ai giudici. La replica di Md: intervenire nel dibattito è un diritto

lun.9 – ROMA «C`è un divieto» per i magistrati di «partecipare a campagne
politiche… e questo referendum costituzionale si è caricato di un significato politico. Quindi, ci sarebbero ragioni che suggerirebbero cautela perché
il giudice deve sapere coniugare il suo diritto ad esprimere Opinioni con la necessità di assicurare terzietà». Questa la formula usata dal «numero
due» del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, intervistato da Maria Latella a Skytg24, per segnalare che un magistrato – e ancor di più un «togato» del Csm, come Piergíorgio Morosini, messo
sotto accusa per l`intervista al Foglio poi smentita – potrebbe dire pubblicamente come la pensa sulla riforma del Senato ma non certo annunciare il suo impegno attivo per il comitato referendario del No.
L`«affaire Morosini», dunque, non è chiuso. Magistratura democratica (la corrente di sinistra del togato finito sotto accusa) rivendica «il pieno diritto,
come magistrati associati, di intervenire nel dibattito pubblico tutte le volte in cui sono in gioco i principi fondamentali senza che ciò inquini la nostra
indipendenza». La stessa linea è sostenuta dal procuratore di Torino, Armando Spataro, insieme al giudice Franco Ippolito: «Già nel 2006 (riforma Berlusconi, ndr) abbiamo partecipato a decine di iniziative per illustrare
l`inaccettabilità delle modifiche costituzionali sottoposte a referendum… E non ricordiamo interventi di esponenti del centrosinistra che, nel
2006, misero in discussione il diritto costituzionale dei magistrati di partecipare al confronto…».

Spataro e Ippolito «auspicano» che la giunta dell`Anm (convocata per domani) «riaffermi l`intangibilità dei diritti costituzionali dei magistrati».
Eppure i dibattito sulla libertà di opinione dei magistrati rischia di essere fuorviante. Sotto la cenere, infatti, arde altro: nell`intervista smentita da Morosini c`era pure un duro attacco al funzionamento del Csm, sottoposto a ogni sorta di «pressione», soprattutto per quanto riguarda le nomine. Ed è questo l`aspetto del caso Morosini che, secondo il ministro Orlando, ha assunto «una rilevanza istituzionale perché riguarda il rapporto con un organo fondamentale come il Csm».
Con queste premesse, si apre una settimana piena di incognite per i rapporti tra politica e magistratura. Nel pomeriggio c`è la direzione del Pd (in cui
Renzi partirà dal caso dell`ex assessore fiorentino Graziano Cioni, assolto dall`accusa di corruzione dalla Cassazione dopo 8 anni di processi). In serata,
poi, Legnini (che oggi partecipa alla cerimonia per le vittime del terrorismo insieme al capo dello Stato) potrebbe salire al Quirinale per riferire a Mattarella (che presiede il Csm) gli sviluppi del caso Morosini. Domani, infine, Legnini dovrebbe essere convocato dal ministro Orlando in via Arenula. Dino Martirano

Foto del profilo di Andrea Gentile

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