MAGISTRATI: Proroga di un anno per i giudici di Cassazione (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Giustizia. Salvati dal pensionamento anche i magistrati ultrasettantenni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti
Proroga di un anno per i giudici di Cassazione

Milano. Proroga del pensionamento solo per i magistrati di Cassazione, della Corte dei conti e del Consiglio di Stato. È questa l’ipotesi su cui sta lavorando il Governo per sciogliere il nodo della decadenza, per limiti di età, delle massime cariche giurisdizionali; un’ipotesi vagliata al preconsiglio di ieri sera e che questa mattina approderà al Consiglio dei ministri.
Scartata la soluzione di salvare solo gli “apicali” di Piazza Cavour (si veda Il Sole 24 Ore di sabato scorso) – misura “ad personam” che aveva provocato la reazione di varie componenti di Anm – il Governo ha trovato una quadratura ristretta, estendendo il salvataggio a tutte le toghe della Cassazione che, a regole attuali, rischierebbero il collocamento a riposo nel prossimo anno solare. La formula, per la Cassazione e solo per la Cassazione, è pertanto proroga al 31 dicembre 2017 per tutti i magistrati che compirebbero i 72 anni dopo il 1° gennaio prossimo. Complessivamente la misura dovrebbe riguardare una trentina di giudici, anche se il decreto viene ancora letto più che altro come salva-Canzio (il primo presidente, entrato in carica il 7 gennaio scorso).
Ma a beneficiare di un allungamento del servizio non saranno solo i giudici della Suprema corte. Nelle concitate trattative del fine settimana, e con un ruolo molto attivo del vicepresidente del Csm Legnini (circostanza che ha provocato malumori nemmeno troppo nascosti), la proroga si è allargata alla magistratura contabile e anche al Consiglio di Stato. Per queste due giurisdizioni si applicheranno però regole a geometria diversa, a quanto si è appreso durante il preconsiglio, rispetto ai colleghi di Piazza Cavour.
Nella decretazione emergenziale – visto che di provvedimento di urgenza si tratta – e sotto un certo aspetto in coerenza con la proroga delle pensioni, entrerà poi anche un pacchetto di misure per diminuire il carico pendente in Cassazione. Allo studio, dopo i numerosi e non riusciti tentativi degli anni scorsi, ci sarebbero ipotesi di filtri procedurali e di improcedibilità. Per avere un’idea dell’anomalìa tutta italiana, basta prendere atto che da gennaio a ieri la Cassazione ha già depositato in cancelleria più di 53mila sentenze: un record difficilmente comprensibile per una Corte a cui è demandato solo il controllo di legittimità del processo.
Intanto l’Anm ieri ha preso ufficialmente posizione sull’annunciato decreto di proroga, decreto reso necessario – è bene ricordarlo – dalla legge che nel 2014 aveva repentinamente abbassato da 75 a 70 anni l’età del ritiro, senza scalini (arrivati poi appunto con le due proroghe annuali successive). «L’Anm – recita il testo – ribadisce il proprio parere contrario alla legge di due anni fa, avendo già all’epoca previsto le ricadute negative dell’intervento per il sistema giudiziario, che puntualmente sono arrivate e oggi sono confermate dallo stesso Esecutivo». «Una politica giudiziaria lungimirante – sostiene il sindacato dei giudici – al contrario, richiederebbe in questo momento la velocizzazione dei tempi di reclutamento dei nuovi magistrati, l’adozione di misure finalizzate ad affrontare le difficoltà in cui versano gli uffici giudiziari di merito e di legittimità e la reintroduzione dell’età pensionabile a 72 anni per tutti, con l’esclusivo scopo di garantire ai più giovani un congruo periodo di servizio e dunque una dignitosa fase post lavorativa, oggi fortemente minata dall’attuale sistema». Alessandro Galimberti

Foto del profilo di Andrea Gentile

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