L’INTERVENTO/1: `invadenza del penale ci isola dal contesto civile di Massimo Krogh (Il Mattino)

IL MATTINO

Se l`invadenza del penale ci isola dal contesto civile

di Massimo Krogh

In Italia si è stabilizzato un connubio anormale fra organizzazione amministrativa, politica e giustizia, che condiziona la vita del Paese al punto
di alterare l`amministrazione e la gestione politica della più grande città italiana.
Il deprecabile fenomeno è legato alla trasformazione del servizio giudiziario in un vero e proprio potere, anzi il potere più forte dello Stato, dal momento che un avviso di garanzia può bloccare chiunque e qualunque attività o amministrazione, nella ormai totale dimenticanza della presunzione
d`innocenza, divenuta una frase di principio piuttosto che un valore reale.
Il sovraordinato potere giudiziario, in un Paese dove non vi è separazione di carriera fra il pubblico ministero e l`organo giudicante, dove, dunque, la terzietà del giudice resta un principio teorico ed astratto, vizia visibilmente la ordinata convivenza civile. Ne vediamo gli effetti sotto gli occhi quotidianamente, al punto da esserne oramai abituati, indifferenti a questo unicum che ci distingue dai paesi avanzati. Bisogna chiedersi a cosa risale questa nociva singolarità, la risposta non può essere che una sola: agli italiani, la cui carenza culturale sul tema è purtroppo un dato di fatto. La spinta in direzione del giustizialismo, che sicuramente è un fenomeno dannoso, parte dal basso, dove la confusione sociale disperde il senso dei valori nella totale assenza della politica, che in questo campo è visibilmente assente. Il risultato
è un vuoto sociale, dove l`etica diventa un concetto ambito ma astratto; la collettività aspira ad una società eticamente condivisibile e affida
alla magistratura, la sola istituzione statuale sfuggita al crollo morale, il compito di salvare il salvabile.
Una confusione di ruoli che riversa tutto nel penale, che peraltro punisce ma non risolve, e che appartiene a un sistema giudiziario le cui disfunzioni sono all`apice: basta guardare alla durata dei processi, alle sentenze che arrivano quando non servono più a nessuno.
Queste carenze culturali sul tema conducono fra l`altro all`uso improprio della custodia cautelare, il cui abuso vede nel nostro Paese il gravissimo
fatto di persone incarcerate prima della sentenza e scarcerate dopo una sentenza lungamente attesa perché il reato non risulta provato o è prescritto.
L`invadenza della giustizia partì negli anni `90 con Mani Pulite, quando l`intreccio dell`impresa e dei finanziamenti illeciti ai partiti si stabilì come
fatto codificato. L`interventismo dei giudici si consolidò al punto di divenire una vera e propria morsa, e quella che doveva essere una momentanea supplenza si è trasformata in un potere stabilizzato; tale da proporre l`ordine giudiziario non solo come il custode dei diritti ma come l`interprete
della vita civile del Paese. Ciò nell`assoluta mancanza di una politica che sappia mettere le cose in ordine.
In effetti, con Mani Pulite nacque una nuova Repubblica che vede il modello di legalità nella ascesa e sovraesposizione del sistema penale nella vita dello Stato. Ciò ci isola nel contesto dei paesi civili avanzati.
Queste cose le ho scritte altre volte anche anni addietro, ciò è significativo che purtroppo le cose non cambiano.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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