LEGITTIMA DIFESA: Sulla legittima difesa Alfano ferisce il Pd (Libero)

LIBERO

Le indecisioni della maggioranza e una legge che manca da troppo tempo

Sulla legittima difesa Alfano ferisce il Pd

La Lega fa le barricate in aula: il testo avrebbe assegnato troppa discrezionalità ai magistrati Ncd ottiene di rinviarlo in Commissione

È finita con i deputati della Lega che sventolano i cartelli con lo slogan lanciato su Twitter da Matteo Salvini: «La difesa è sempre legittima».
Il presidente di turno dell`assemblea, Roberto Giachetti (Pd), è costretto a richiedere l`intervento dei commessi: «Non si possono tenere i cartelli in Aula, togliete quei cartelli!». A scatenare la protesta del Carroccio è il voto che di lì a poco sancirà un nuovo rinvio in commissione Giustizia
dell`esame della proposta di legge sulla legittima difesa. Rinvio che la Camera approva «per 160 voti di differenza», con il «sì» di Pd, Area popolare e Sinistra italiana. Contrari, oltre alla Lega, Forza Italia, M5s e Conservatori Riformisti. «Non avete il coraggio di affrontare i problemi reali della
vita dei cittadini, ve ne fregate!», urla ai colleghi della maggioranza la leghista Barbara Saltamartini.
Registi del nuovo nulla di fatto, stavolta, sono i centristi di Area popolare. È loro, in apertura di seduta, la richiesta di tornare in Commissione. Al partito di Angelino Alfano il testo approdato in Aula un mese dopo un precedente rinvio, non piace. A nome dei colleghi, Antonio Marotta spiega che è necessario «rafforzare la legittima difesa» e «restringere al massimo la possibilità di intervento, con interpretazioni soggettive e discrezionali, da parte del magistrato». Tutto questo perché il provvedimento, dopo un blitz in Commissione ad opera del Pd, non interviene più sull`articolo 52 del codice penale ossia sulla legittima difesa, come da proposta originaria della Lega – ma sull`articolo 59, ovvero sulle «circostanze che attenuano o escludono la pena». Nella fattispecie «un grave turbamento psichico» da parte di chi spara in una «situazione di pericolo».
Un turbamento, obietta Marotta, che «va valutato dal magistrato e quindi torniamo un`altra volta lì dove eravamo». Il contrario di quello che si aspettano i centristi. Per dirla con Enrico Costa, ministro di Affari regionali e Famiglia, «una regola chiara, puntuale, precisa che definisca ciò che è lecito e ciò che è illecito». È l`ex viceministro della Giustizia, su input dello stesso Alfano, a guidare l`opposizione di Ap alla formulazione attuale della riforma: «La protezione della famiglia rappresenta un punto imprescindibile». Al Pd non sembra vero di prendere ancora tempo su un tema che, oltre a dividere le forze di governo, rappresenta un cavallo di battaglia per il centrodestra. Così David Ermini, relatore di maggioranza, esprime «parere favorevole» al rinvio. Poco dopo Walter Venni ripete che il tema della sicurezza «non può essere affrontato dimenticando ogni proporzionalità tra offesa e legittima difesa». E poi la vera emergenza, aggiunge il capogruppo, Ettore Rosato, «non è la modifica della legge sulla legittima difesa, ma lo sblocco al Senato del complesso di leggi sulla riforma della giustizia».
Così l`ennesimo rinvio, tra le proteste del centrodestra, diventa realtà. «È inaccettabile che per la seconda volta la legittima difesa non possa essere
discussa in quest`Aula!», attacca Massimilano Fedriga, capogruppo del Carroccio. Il fittiano Massimo Corsaro aggiorna la contabilità dei nulla
di fatto: «Questa proposta è giacente in Commissione da oltre sei mesi. Venni tutto venirci a spiegare tranne la necessità di fare ulteriori riflessioni». Per la Lega è la prova che la maggioranza vuole «insabbiare» la riforma. In «un Paese normale», incalza Salvini, una proposta così banale – «la legittima difesa è sempre legittima» – «verrebbe approvata in un quarto d`ora». Invece arriva «l`ennesima riprova che il governo e una parte di Parlamento preferiscono i delinquenti, sono amici dei delinquenti». La proposta di legge, prevede il leghista Nicola Molteni, relatore di minoranza, «non uscirà più dalla Commissione. C`è una spaccatura politica nella maggioranza». Non la vede così Maurizio Lupi, capogruppo di Ap: «Il Parlamento può fare una buona legge». In commissione Giustizia potrebbe andare in scena un riavvicinamento tra centristi e Forza Italia. «È necessario trovare un`intesa», apre Maurizio Gasparri (FI). TOMMASO MONTESANO

Foto del profilo di Andrea Gentile

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