INTERCETTAZIONI: Renzi: “Intercettazioni, la legge non cambia” (La Stampa)

LA STAMPA

Renzi: “Intercettazioni, la legge non cambia”
Ma il governo studia provvedimenti sulla giustizia

lun.11 – ROMA. No, come Berlusconi proprio no: se c`è un`accusa che al premier brucia, e che considera sommamente ingiusta, è proprio il tentativo di equipararlo con «quelli che c`erano prima». Renzi ha fiutato il gioco degli
avversari, soprattutto grillini, i quali vorrebbero inchiodarlo nella parte del nuovo Cav, e dunque torna in tivù (al Tg5) per smentire qualunque intenzione
di imporre un bavaglio ai pm o ai giornali in materia di intercettazioni: «Il governo non ci metterà mano», è l`annuncio.
Punire i colpevoli
Dunque, niente corsa contro il tempo per approvare entro l`estate la delega al governo contenuta nella riforma del processo penale (così si era vociferato nei giorni scorsi). Renzi si dichiara convinto che le intercettazioni anzi servono, sono necessarie «per scoprire i colpevoli da mandare a casa e poi in carcere». Poi, senza dubbio, finiscono sui media una quantità di «vicende familiari»
e «pettegolezzi» che sarebbe meglio evitare. Un certo voyeurismo è innegabile, e l`inchiesta di Potenza ai suoi occhi non ha fatto eccezione (si pensi agli sfoghi privatissimi dell`ex ministro Guidi tracimati nelle cronache).
Ma invece di minacciare il pugno di ferro, come faceva Silvio, Matteo confida d`ora in poi sul codice deontologico delle toghe, sulla loro professionalità,
insomma sull`autodisciplina. Ci sono già magistrati «molto seri che non passano queste informazioni. Spero nel buon senso e nella responsabilità
da parte di tutti».
Meno ferie, più sentenze
Una volta chiarito che «chi è onesto non ha paura dei magistrati», e che adesso non è più come in passato, «quando i politici cercavano di non essere
interrogati e si inventavano i legittimi impedimenti», Renzi passa al contrattacco. Sceglie il terreno su cui è sicuro di avere gli italiani con sé: i magistrati devono «lavorare di più, non di meno». Che si concedano troppe ferie, che 45 giorni l`anno di vacanze siano troppi è convinzione non solo del premier, il quale sfida le toghe a emanare più sentenze, e attraverso le sentenze a fare «finalmente giustizia in Italia» perché oggi ancora non ci siamo, non basta. Renzi non interverrà insomma sulle intercettazioni (privatamente nega di averne mai parlato nelle sedi di governo, anche per rispetto della libertà di informazione, dunque «nessuna retromarcia»). Però qualcosa il premier ha in mente per accrescere la produttività dei magistrati. A Palazzo Chigi non si esclude un intervento legislativo «ad hoc», collegato all`urgenza di spedire un segnale agli investitori internazionali, che girano al largo dall`Italia perché da noi la macchina giudiziaria è più lenta di una lumaca.
Intervento alla Camera
A proposito di riforme: oggi la Camera discute di quella costituzionale.
Il premier interverrà in aula per fare le pulci a tutti coloro i quali, secondo lui, hanno messo i bastoni tra le ruote a un cambiamento di questo governo
è stato capace dopo 30 anni di attesa. Un`impresa politica di cui si dichiara «emozionato e commosso». UGO MAGRI

Foto del profilo di Andrea Gentile

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