GIUSTIZIA CIVILE: Liti familiari, Adr in crescita (Italia Oggi Sette)

ITALIA OGGI SETTE
Buffone (Tribunale di Milano): nei primi tre mesi del 2016 già 190 negoziazioni assistite
Liti familiari, Adr in crescita

Lun.9 – Aumenta l’utilizzo delle «Adr», le soluzioni alternative delle controversie come negoziazione assistita e mediazione. E questo fa calare sia le nuove iscrizioni civili (-10% fra il 2013 e il 2015), sia separazioni e divorzi nei tribunali (-8,7%, mentre calano del 19,1% le separazioni consensuali). Tribunali che tuttavia, nelle sezioni famiglia, continuano a lavorare alacremente a causa dell’impennata dei «divorzi brevi», introdotti dalla legge 55/15. I tempi delle cause di separazione, a Milano, oscillano fra l’anno e i due anni in primo grado, spiega Giuseppe Buffone, giudice della IX sezione del Tribunale meneghino, secondo il quale scendere al di sotto di questi tempi, oggi, risulta praticamente impossibile, salvo introdurre correttivi al rito attuale.
Domanda. Dott. Buffone, l’utilizzo delle Adr ha fatto calare separazioni e divorzi in Tribunale. Qual è l’esperienza di Milano e come interpreta i dati ministeriali? Risposta. Vorrei confermare, per Milano, le rappresentazioni del ministero. Nel 2014, le convenzioni di negoziazione assistita, in materia di famiglia, sono state appena 15. Nel 2015, le convenzioni sono state ben 689 (289 in materia di separazione, 366 in materia di divorzio, 34 in materia di revisione). Nei primi tre mesi 2016, le convenzioni di negoziazione assistita sono già state 190. Ahimè, però, almeno per la realtà di Milano, l’impatto complessivo ad oggi non è ancora significativo. La legge 55/15 ha ridotto il termine per accedere al divorzio, in causa di separazione, in misura consistente (6 mesi o 1 anno). In questo modo, però, ad oggi è ancora necessario coltivare due processi per recidere il legame matrimoniale. Dal raffronto tra il trimestre 2015 e il trimestre 2016, sulla scorta dei dati raccolti dalla presidente della sezione IX civile, Enrica Manfredini, l’incremento percentuale dei procedimenti di divorzio è stato dell’87%. Queste sopravvenienze hanno quasi neutralizzato il beneficio degli strumenti introdotti nel 2014. Un risultato rilevante si potrebbe perseguire con dei correttivi: come ha suggerito a suo tempo Gloria Servetti, oggi presidente della Corte di appello di Trento, aumentare i casi in cui è possibile il c.d. «divorzio diretto»; introdurre, in materia di negoziazione assistita, la possibilità per i coniugi di concludere convenzioni anche con l’assistenza di un solo avvocato; rimeditare la scelta fatta dal ministero con circ. 29 luglio 2015, prevedendo che gli atti originali non siano restituiti all’avvocato ma custoditi dalle procure. La previsione del «doppio difensore» e l’obbligo di custodia degli originali disincentivano il ricorso alla negoziazione assistita. La legge del 2014 ha poi dimenticato i genitori non uniti da matrimonio. Per i figli non matrimoniali, anche se i genitori sono d’accordo, non è prevista la negoziazione assistita e, quindi, in questo caso, è necessario introdurre un procedimento giurisdizionale in Tribunale. Sarebbe il caso di estendere l’istituto anche alle coppie non sposate (con figli).
D. Come vanno le Adr a Milano? R. Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Milano, Remo Danovi, ha proposto autorevolmente di qualificare il ruolo degli avvocati nelle Adr come «giurisdizione forense» ossia intravedere nell’avvocato uno strumento ulteriore per erogare il servizio di giustizia, accanto al sistema pubblico di risoluzione delle liti, affidato ai magistrati. Nella realtà milanese si percepisce già questo clima: il tasso di conciliazioni è molto alto, sia fuori che dentro il processo; l’Osservatorio sulla giustizia civile di Milano ha una sezione dedicata ad hoc alla mediazione e alla negoziazione; nella materia della famiglia, il c.d. rito partecipativo (procedimento endoprocessuale di Adr affidato agli avvocati e a un mediatore giudiziale) definisce con accordo oltre l’80% dei processi.
D. Quali sono i tempi nelle cause di separazione e divorzio? R. Il procedimento di separazione ha in genere durata maggiore, rispetto a quello di divorzio. A Milano, le cause di separazione o divorzio per cui è decorso il termine di ragionevole durata (n.b. tre anni in primo grado; v. legge 89 del 2001) si contano sulle dita. In genere, infatti, la durata della lite si inserisce in una forbice compresa tra 1 anno e 2 anni; comunque, scendere sotto un certo lasso di tempo non è possibile, per come è costruito oggi il rito separativo e divorzile. Se si introducesse la possibilità per il giudice della famiglia di definire la lite già nella prima udienza (in sede di fase presidenziale), si potrebbero ipotizzare procedimenti brevissimi, finanche della durata di un paio di mesi. Silvana Saturno

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