GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: Tribunale a rischio, è allarme Ipotesi: maxi fusione con Macerata (Il Resto del Carlino – Ascoli)

IL RESTO DEL CARLINO – Ascoli

Tribunale a rischio, è allarme Ipotesi: maxi fusione con Macerata

IL TRIBUNALE di Ascoli rischia di scomparire. Nell’ambiente, tra avvocati, giudici, personale amministrativo, impiegati, serpeggia preoccupazione per le decisioni che sono in corso in questi giorni in seno al governo sul riordino della geografia giudiziaria. Ieri scadeva il termine per la chiusura dei lavori da parte della commissione ministeriale guidata da Michele Vietti, ex vice presidente del Csm, incaricata di mettere a punto una proposta di schema di legge delega per la riforma. Le linee guida che dovranno tracciare il riordino delle strutture giudiziarie di tutto il Paese prevedono, tra le altre cose, un «ulteriore taglio dei tribunali superando la regola del tre (tre tribunali per ogni corte d’Appello) e – soprattutto – eliminando il vincolo della presenza del tribunale del capoluogo di provincia».
E’ facile immaginare che se quest’ultimo vincolo dovesse essere effettivamente abolito, Ascoli e tutti i capoluoghi di piccole province sarebbero a rischio. E qui inizierebbero le varie ipotesi di accorpamento. La prima, la più naturale, è quella di una fusione tra Ascoli e Fermo. Tendenzialmente si potrebbe immaginare che il tribunale di Fermo sia spostato all’intero della struttura ascolana, ma questo comporterebbe un ulteriore sovraccarico di personale dopo quello già patito con la chiusura della sede distaccata di San Benedetto, operata nell’ambito della prima fase di revisione realizzata nel 2012 e che ha comportato l’abolizione di 30 tribunali. Quindi, non si esclude che possa essere individuata una nuova sede, una cittadella giudiziaria da costruire ex novo e che potrebbe essere posizionata a metà strada, ad esempio a Grottammare. Ma un’ulteriore prospettiva di accorpamento, per molti versi ancor più preoccupante, è quella che vedrebbe confluire sia Ascoli sia Fermo verso Macerata, la cui provincia ha una popolazione maggiore (e ospita anche la corte di Assise), o addirittura verso Teramo. Tutte ipotesi, al momento. Però le preoccupazioni non mancano e si sono già levati cori di protesta da parte delle associazioni forensi, tra cui l’Organismo unitario dell’avvocatura, che ribadisce il proprio «no alla logica dei tagli lineari», perché «servono scelte incentrate sui criteri di efficienza ed efficacia»; o come il Consiglio nazionale forense, che sottolinea la «assoluta inopportunità di un intervento che si proponga la riduzione delle Corti d’Appello e dei tribunali», ribadendo invece l’importanza dell’affermazione del «principio di prossimità degli uffici giudiziari a cittadini e imprese». Se il rischio di una soppressione del tribunale di Ascoli (o quantomeno di un suo accorpamento) è concreto, appare invece più difficile l’abolizione della Corte d’Appello di Ancona, che in un primo momento sembrava plausibile. Il criterio utilizzato per procedere con i tagli dovrebbe essere quello della soglia del milione di abitanti, e per questo le Marche, assieme a Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo e Campania, si salverebbero. DOMENICO CANTALAMESSA

Foto del profilo di Andrea Gentile

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