GEOGRAFIA GIUDIZIARIA: Corte d’Appello settimana decisiva: dossier al ministro (Il Nuovo Quotidiano di Puglia – Lecce)

IL NUOVO QUOTIIDANO DI PUGLIA – Lecce

Corte d’Appello settimana decisiva: dossier al ministro

Il documento sulla riforma al vaglio del Guardasigilli L’ipotesi: Lecce salva grazie al taglio di Taranto ORLANDO VIETTI L’intenzione è di creare un’unica sede giudiziaria per ogni regione La commissione diretta dall’ex vicepresidente del Csm Michele Vietti

Dom.3 – La relazione della commissione Vietti è da qualche giorno sul tavolo del ministro della Giustizia Andrea Orlando. E già da lunedì il Guardasigilli inizierà a valutare il parere che gli esperti – nominati dallo stesso Ministero – hanno avanzato su una nuova riforma della geografia giudiziaria, e in particolare sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari di secondo grado. Si profila dunque una nuova “sforbiciata” alle sedi della giustizia, e in particolare alle Corti d’Appello. Il tracciato lungo cui si muove il Governo è chiaro: consentire la permanenza di una sola Corte d’Appello in ciascuna regione, sopprimendo gli altri uffici. Una intenzione, però, che si scontra con numerosi fattori, alcuni di questi elencati dalla stessa commissione Vietti, dei quali necessariamente il Governo dovrà tenere conto: tra questi, l’estensione dei territori serviti, il numero di abitanti, i carichi di lavoro, ma anche le specificità di alcuni territori, alcuni dei quali ad alto rischio in fatto di criminalità organizzata.
Dopo sette mesi e mezzo di lavori, dunque, la commissione guidata da Michele Vietti, ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ha redatto un documento finale piuttosto corposo, di 112 pagine, nel quale espone i criteri a cui si è attenuta per definire il taglio degli uffici giudiziari di secondo grado, ma anche per ipotizzare una serie di riforme che negli ultimi giorni sono passate quasi del tutto sotto silenzio: da quella per l’accesso alla professione forense a quella che ridisegna i compiti del pubblico ministero. Senza dimenticare che la stessa commissione auspica un ulteriore intervento nei confronti dei Tribunali, aggiuntivo rispetto a quello avviato nel 2012, con il quale furono soppresse le sedi distaccate di Tribunale e gli uffici decentrati del Giudice di pace. Difficile, in ogni caso, che l’Esecutivo proceda immediatamente e dia il via all’attuazione della delega: le elezioni amministrative incombono, e il taglio dei tribunali non è certo un argomento popolare da spendere in campagna elettorale. Più probabile che questa razionalizzazione sia ripresa in mano nei prossimi mesi, dopo un confronto con i territori chiesto anche dalle categorie interessate: Associazione nazionale magistrati, Consiglio nazionale forense, Organismo unitario dell’avvocatura. Anche perché, sulla carta, si prevede una bella sforbiciata, che toccherà più il Sud che il Nord. La sede di Lecce, stando almeno a una prima valutazione del testo della commissione, dovrebbe salvarsi, ma solo grazie al “sacrificio” della sede distaccata di Taranto, che porterebbe il bacino di utenti della Corte d’Appello leccese a sfiorare i due milioni di persone, perfettamente in linea con altri uffici più grandi che si ritengono già salvi. Ma l’ultima parola spetterà comunque al Governo che, almeno in teoria, potrebbe dare comunque seguito all’intenzione di istituire un’unica Corte d’Appello per ciascuna regione. L’ipotesi di un taglio della sede leccese, ovviamente, trova uniti sullo stesso fronte avvocati, magistrati, dipendenti e politici. Tutti d’accordo sul fatto che l’eventuale soppressione sarebbe una iattura in termini di accesso alla giustizia e risposta alla criminalità organizzata. Va detto che proprio il rapporto tra presidio giudiziario e attività criminale è uno dei criteri previsti dalla commissione che, nella bozza di legge delega, propone di «ridurre, mediante attribuzione di circondari o porzioni di circondari di tribunali appartenenti a distretti limitrofi, il numero delle Corti di appello esistenti, secondo i criteri oggettivi dell’indice delle sopravvenienze, dei carichi di lavoro, del numero degli abitanti e dell’estensione del territorio, tenendo comunque conto della specificità territoriale del bacino di utenza del bacino di utenza, della situazione infrastrutturale e del tasso d’impatto della criminalità organizzata». È su questi presupposti che, da qualche giorno a questa parte, gli addetti ai lavori salentini stanno tirando un sospiro di sollievo.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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